Lc 21,34-36 Quel giorno

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra.
Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».

Dopo aver detto della nuova situazione epocale dovuta alla caduta di Israele e del Tempio, e della fine del sogno di supremazia di quel popolo sui pagani, Gesù ancora una volta mette in guardia i suoi. Li invita e li esorta a non scoraggiarsi e anzi ad avere fiducia nel futuro perché le sue parole e la sua presenza non verrà mai meno alla comunità, qualunque sia il momento storico che essa attraversa. Ma la comunità in ogni frangente più o meno avverso non deve perdere il suo senso di essere credente, e di non abbandonarsi alla dissolutezza e a dissipare la  propria vita nella sterilità di una esistenza vissuta all’insegna del proprio egoismo e del nulla. E tenere presente che se si troveranno integrati nella società ingiusta che è destinata a scomparire, essi correranno lo stesso rischio di quella società. Per questo bisogna vigilare ed essere attenti, perché all’improvviso può manifestarsi, non il giorno del giudizio di Dio, ma il giorno della manifestazione del Figlio dell’Uomo. E sappiamo cosa significa tale manifestazione: essa altro non è che l’instaurarsi del regno di Dio che spazza via la società ingiusta e con essa gli uomini che vi fanno parte. Vegliate e pregate dice Gesù, affinché la forza dello Spirito del Padre possa sostenere la comunità in una continua azione che contrasti contro il mondo che si volge da tutta altra parte, perseguendo la convenienza e il profitto, a discapito dei più deboli. La comunità non deve cadere in questa trappola, non deve farsi trascinare nell’abisso di quei valori maledetti, salire, possedere, comandare, che dominano come valori non negoziabili le società dell’ingiustizia. Ma dalla parola del vangelo esse trarranno la forza per opporsi a questa mentalità fuorviante del bene dell’uomo,  al punto che ogni credente con la sua opera anche piccola, sarà veramente la luce che splende nelle tenebre e farà sì che le tenebre che soffocano l’umanità poco a poco si dissipino. E quando saranno dissipate, le nubi vedranno il Figlio dell’Uomo scendere nella gloria. E chiunque avrà agito da vero seguace di Gesù, starà dritto al suo cospetto, nella dignità e nella libertà che si compete ai figli di Dio.

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Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.