Quando razzista era Didone…

Ci avete mai fatto caso?
Le più grandi storie d’amore non hanno mai una conclusione banale, non si spengono mai in una misera fine fatta di mezzucci e vuote parole, ma vivono il loro alto sentire fino a sprofondare nell’abisso della perdizione del loro spegnersi alla vita.
E così tra Elena e Paride, Achille e Briseide, Ulisse e Calipso, Apollo e Dafne, Venere e Adone, Piramo e Tisbe, Eco e Narciso, Apollo e Giacinto, Orfeo ed Euridice, Enea e Didone, Paolo e Francesca, Giulietta e Romeo…..
Provate ad immaginare una normale conclusione tra Enea e Didone, nel prosieguo della stessa trama dell’Eneide virgiliana, dove l’eroe lascia la regina per seguire il suo destino.
– Allora cara, non ti preoccupare, vado in Italia a compiere la mia missione tra quei selvaggi, sposo la regina e torno a trovarti, magari in viaggio di nozze, che dici?
– Ma certo caro, sarà una buona occasione per rivederci, io ti terrò sempre nel mio desideroso cuore. Stai attento con quegli italici 
zozzoni e selvaggi, non farli avvicinare troppo che pure puzzano. Noi quando si avvicinano alle nostre coste libiche li cacciamo indietro e li bombardiamo col fuoco greco. Non li vogliamo, restino a casa loro, come dice il nostro sacerdote baallista, Salvinus I°. -Grazie del consiglio cara, tornerò presto, tu tieni in ordine la grotta nel bosco, vedrai che ci tornerà utile per i nostri futuri incontri. E attenta a questi bruti, che ti gironzolano attorno. Adesso vado che le navi già hanno caricato i remi  i remi e spiegato le vele al vento, ammesso che questi capisca…

ECCO, vi immaginate una roba così nel bel mezzo del canto QUARTO dell’Eneide? Da rabbrividire. Meglio lasciare la banalità alle cose umane, noi siamo più bravi a rendere superflue le cose divine.

 

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Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.