Quale paese ci aspetta?

La “bedda” Sicilia ha votato, ma non ha voltato le spalle al vecchio, al riesumato, al trasformato uomo politico che sotto mentite spoglie si veste e si camuffa da salvatore della patria, e che invece sappiamo tutti che sarà “refugium peccatorum” di una  congrega di personaggi che “Dio ce la mandi buona”. Questo perché quando la scelta deve essere troppo coraggiosa, al limite dello sprezzo del pericolo,  manca il coraggio di affondare il colpo,  e allora ci si tira indietro proprio sul ciglio del precipizio per non cadervi dentro. L’alternativa al vincente di turno era un movimento troppo al di là del consueto, troppo autoproclamatosi qualcosa che nei fatti non è ben chiaro cosa fosse, troppo bello per essere vero, e troppo utopico per convincere la maggioranza di un paese che sarà a breve chiamato a decidere su scala nazionale il proprio futuro. E nel mezzo, una sinistra che ormai non si sa più cosa è, avendo lasciato per strada pezzi importanti della sua storia, con le defezioni di Grasso, Bersani e compagnia bella, e facendosi scortare da pezzi di destra come Alfano, che col suo zero in seggi al parlamento siciliano non si sa che valore aggiunto abbia per l’attuale PD di Renzi.  In mezzo a questo trambusto e balbettio politico, ci sta un popolo, non più sovrano come recita la costituzione, ma ignavo, che segue bandiere che svoltano ad ogni contraria folata di vento, e non sa più cosa sia la sua sovranità . Sommersa da una politica che elegge reucci e capipolo, ha delegato a questa schiera di ogni colore politico il proprio futuro, pensando che altri e non noi, siano i protagonisti del destino del nostro paese. Il deserto di tartari che caratterizza la politica italiana della cosiddetta seconda repubblica avanza su un cumulo di macerie istituzionali, in cui tutti si sentono protagonisti e nessuno lo è veramente. Sembra la rissa dei galli nel pollaio, in cui ci si becca per avere la preminenza su un popolo stanco e sfiduciato, che nel migliore dei casi si astiene e pensa di aver esercitato il proprio diritto. In ogni caso per adesso siamo senza bussola e senza orizzonte, si naviga a vista e solo la positiva congiuntura economica sembra far soprassedere sulle  beghe dei partiti, sui mancati confronti in televisione, sulle battute da bar che tutto sono, tranne che spia di alto senso dello stato. A meno che i “vaffa” e le “rottamazioni” non siano espressioni degne del miglior Gramsci o Spadolini. Facciamo che la nostra rappresentanza politica possa ritornare sui banchi di scuola delle Frattocchie o sturziana, non per nostalgie del secolo scorso, ma per amore di cultura e sapienza politica, che si basi, non sulla teoria del nemico da abbattere, dello spoil system, del tanto peggio tanto meglio, del vicerè che governa dei sudditi proni, ma di un saper fare politica che sia ricerca delle cose che uniscono e composizione delle cose che dividono, spirito di solidarietà, integrità morale senza corruttele,  riconoscere il valore dell’avversario come un valore aggiunto e non come disvalore da abbattere. Cultura solidale e etica dell’uomo, che non può permettere morti nel mediterraneo tra profughi e fuggiaschi, che non veda nell’altro del sud del mondo un nemico o un terrorista, che non chiuda gli occhi su donne gravide morte su barconi alla deriva, che non armi e chiuda le frontiere, che non invochi ruspe su campi di qualunque tipo. Solo così si costruisce politicamente e dalle fondamenta un paese sano e democratico, aperto all’accoglienza, rispettoso delle leggi, solidale con l’altro diverso di razza o colore ma uguale a me perché essere umano. Se riuscissimo a riportare il dibattito politico su certi temi e non sul ponte dello stretto credo che ne guadagneremmo in termini di Paese e di Politica, facendoci crescere sia come cittadini che come uomini e donne di un paese civile.

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Grazie per aver votato!

Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.