Putin invasore invasato

Stiamo celebrando un anniversario di guerra. Due anni da quando la Russia di Putin ha invaso l’Ucraina.

E’ un lungo tempo per chi sfida le bombe, la fame, perde tutto ciò che ha, anche la vita propria e quella dei propri cari.

E non si accenna a nessuna tregua, nessuno che parla di pace, tranne il papa. Tutti pronti a difendere lo stato più debole, alzando la posta in gioco per i propri più o meno sporchi interessi.

Tra cui la libertà del popolo Ucraino e il ritorno alla pace sembrano proprio gli ultimi obiettivi.

E il mondo guarda questo impazzito gioco di scacchi, senza regole alcuna, dove si può uccidere un bambino, una madre, un figlio un padre, per un confine o per un presunto nazionalismo minacciato da un prepotente dittatore.

Anniversario di guerra, per ricordarci che c’è chi muore.

Perché forse è più facile dimenticare che ricordare.

Spettatori passivi che se non ci tocca il rincaro della bolletta del gas ce ne fottiamo e scordiamo di chi muore e di chi sopravvive ai limiti della miseria umana.

Dimentichiamo tutto e subito, e il rito dell’informazione ci vuole richiamare al ricordo, ma solo per oggi.

Domani si riprende a dimenticare, affossati come siamo nel nostro sacrosanto, spesso, egoismo.

Ma pur lecito non deve portarci a dimenticare che essere umani lo siamo solo se siamo umani.

Capaci di non dimenticare e regalare a questo mondo spesso infame e crudele, un briciolo di amore.

Ricordiamocene a partire da domani.

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Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.