PRIMA relazione

COSA E’ DIO PER NOI?

Buonasera, mi presento, sono Gioacchino lagreca, faccio il medico e sono qui su invito della s.ra Graziella che ringrazio per il dono che mi fa della vostra presenza. E vi ringrazio anticipatamente per il tempo che mi dedicherete, perché il tempo fa parte della nostra esistenza, noi siamo il tempo, e quindi quello che mi donate con la vostra presenza è un poco della vostra vita. Vi ringrazio del dono che mi fate, essendoci.

Non ci conosciamo ancora,  e spero di non risultarvi noioso, ma vi assicuro che il tema assegnatomi dalla s.ra Graziella non lo è di certo, e io spero di svolgerlo in maniera lucida e sintetica. NATURALMENTE NON SONO UN ADDETTO AI LAVORI, NON SONO TEOLOGO Né FILOSOFO, FACCIO ALTRO NELLA VITA, MA PROPRIO QUESTA CIRCOSTANZA DEVE POTER ESSERE STIMOLO A CHI COME ME SI è INCURIOSITO DELLE COSE DELLA TEOLOGIA E VUOLE SCOPRIRNE QUALCHE MECCANISMO ONDE MIGLIORARE LA PROPRIA VITA SPIRITUALE, E IN QUALCHE CASO FACILITARLA. SGOMBERANDO IL  campo da facili superstizioni, credenze o errori che inducono l’uomo e la donna  di fede o coloro che vorrebbero esserlo ad allontanarsi dalla vita di fede e non invece ad accostarvisi.

Ho preso qualche appunto proprio per non perdere il filo del discorso, perché voi capite che quando bisogna parlare di Dio e delle cose A LUI attinenti gli argomenti sono tanti e le fonti ancora più numerose, per cui una traccia è necessaria da seguire, per non perdersi in mille rivoli e mille discorsi.

Cosa è Dio dunque per noi? Se io chiedessi ad ognuno di voi cosa pensa e come pensa sia Dio, come lo immagina nella propria mente e nel proprio cuore, sono certo al 100% che avremmo ognuno con la propria  idea di Dio diversa da quella degli altri. Naturalmente non bisogna per forza essere credenti, stasera nessuno verrà a imporre una figura di Dio a cui dobbiamo credere e aderire, quanto piuttosto dare una traccia di pensiero, aprire una breccia nel cuore di chi vorrà accogliere quello che io proporrò, tenendo presente la assoluta libertà di azione e di pensiero di ognuno, nel rispetto delle proprie idee.

Allora…. Dio per alcuni sarà il triangolo con l’occhio dentro, che da l’impressione di essere un dio guardone che ci spia e controlla, perfino sotto le lenzuola, e conosce tutti i nostri pensieri, e  ci conosce fin da quando siamo formati nel seno della nostra madre, come recita il salmo 139  “Signore, tu mi scruti e mi conosci,  tu sai quando seggo e quando mi alzo. Penetri da lontano i miei pensieri,….Sei tu che hai creato le mie viscere e mi hai tessuto nel seno di mia madre.” Un dio un poco troppo oppressivo, non pensate? troppo presente e zelante, che inquieta un poco, perché se uno deve farsi i fatti suoi se lo trova ovunque tra i piedi, e la cosa non è tanto allegra, specie se tiene la conta dei nostri peccatucci, degli atti impuri come recita il catechismo, e poi deve elargire un premio ai buoni e il castigo ai cattivi. NO, non piace  a tanti questo dio, lo si può temere ma non amare. Forse PIACE a coloro che ne amministrano il potere in suo nome magari si, perché così tengono in mano la coscienza della povera gente e guai a chi si muove….TERRORIZZANDOLI CON L’INFERNO E LA PENA ETERNA, CHE CREDETEMI, MAGARI CI SARà MA NON PENSO PROPRIO CHE SE NOI UMANI SIAMO STATI CAPACI DI ABOLIRE L’ERGASTOLO, che è una pena eterna anticostituzionale, siamo migliori di dio che a maggior ragione non ci darà mai una condanna eterna, magari lunga quanto trenta anni di galera per purificarci, ma non eterna. L’inferno è anticostituzionale diceva e contro i diritti umani disse il professore Lombardi Vallauri, venendo per questo allontanato dall’insegnamento dalla  Cattolica.

Per altri dio forse è quel gagliardo vecchiardo della Cappella Sistina di Michelangelo, il dio con la barba, che porge la sua forza creatrice, col dito che trasmette energia, la vita, ad Adamo, ed è sorretto da angeli mentre lui sta bellamente abbracciato ad una figura femminile, detta Sapienza, colei che stava accanto all’onnipotente fin dalla creazione del mondo . La Sapienza “E’ un’emanazione della potenza di Dio,
un effluvio genuino della gloria dell’Onnipotente,
per questo nulla di contaminato in essa s’infiltra.
[26]E’ un riflesso della luce perenne,
uno specchio senza macchia dell’attività di Dio
e un’immagine della sua bontà. (SAPIENZA 7,22). Forse questa è l’immagine stereotipata del Dio che noi abbiamo coltivato nella mente, perché venendo per prima nella gerarchia trinitaria per forza deve essere il più anziano, essendo il figlio giovane e lo Spirito che procede da loro e quindi ancora più imberbe, come colombella. Ma così pensando noi concepiamo un dio che è individuabile, con una consistenza fisica, quasi materica, con mani, piedi, testa, una persona vera e propria. E potrebbe pure essere facilmente riconosciuto e compreso: ma S.Agostino dice :” In verità, se comprendi, non è Dio. Piuttosto si riconosca umilmente di non capire, invece di fare una temeraria professione di scienza” ( sermone 117). E dove lo collochiamo un dio che avrebbe corpo, peso, sostanza materica? In un cielo solido o etereo, in quale spazio infinito, irraggiungibile e direi anche irrazionale?

Allora di quale dio noi dobbiamo cercare l’esistenza e il valore che dobbiamo darne perché possa influenzare positivamente la nostra vita? Dico questo perché se noi dobbiamo affrontarlo solo dal punto di vista teologico o filosofico questo problema, senza risvolti pratici ed etici nella nostra esistenza quotidiana, corriamo il rischio di cadere in quella roba da preti che fa venire la barba bianca a chi si arrischia di avvicinarsi alle cose della chiesa, o in quella filastrocca che tutti i liceali recitano, la filosofia è quella cosa con la quale e senza la quale l’uomo rimane tale e quale. Quindi inutile perdita di tempo e di risorse mentali e spirituali.

Io penso, e sono fermamente convinto che la base di partenza per la conoscenza almeno parziale ma corretta di Dio siano i vangeli, altrimenti detti Buona Notizia. Per due motivi: sono gli scritti che più di ogni altro testo teologico bisogna approfondire per la nostra conoscenza di fede in Dio, e sono quelli che di lui ci danno una immagine buona, da buona notizia davvero, che  ci parla di un padre amorevole e misericordioso.

Il vangelo ci dice che Dio nessuno lo ha mai visto, solo il figlio unigenito ce ne fa la spiegazione, l’esegesi ( Gv 1, 18). Se dio non lo ha mai visto nessuno allora Mosè, Elia, Abramo, i profeti, tutti quei personaggi che parlavano con lui e ricevevano ordini da lui cosa hanno visto? Avevano le allucinazioni?  Vedete, quando la bibbia, attenzione dico bibbia per distinguere dai vangeli l’insieme di libri dell’antico testamento che ne comprendono 46, mentre i vangeli fanno parte del Nuovo che ne consta di 27.  Allora nella bibbia si narra una esperienza umana della conoscenza di dio, così come adesso noi stiamo facendo una elementare esperienza umana di conoscenza di Dio e lo facciamo usando parole più o meno appropriate coscienti della nostra inadeguatezza. Quindi Mosè è un personaggio importante, avremo magari modo di parlarne in tanti altri incontri, che fa una esperienza di un dio condottiero, quasi guerriero, signore di eserciti che combatte per il suo popolo, se vogliamo una immagine tremenda e anche bella. Tremenda per i suoi nemici, bella per chi se lo trova accanto.  Però Giovanni evangelista ci dice che Dio oltre al fatto che nessuno lo ha mai visto, è anche PHOS, PNEUMA, AGAPE che sono categorie filosofiche più moderne di quelle di Mosè, concetti filosofici ellenistici dei tempi di Platone e Aristotele, che significano luce, spirito, amore. Belle queste definizioni, chi di noi ha pensato poco fa a Dio come luce, spirito, amore? alzi la mano chi……In altri passi gli evangelisti ci dicono che Gesù parla di dio come PADRE. Secondo me ci dobbiamo soffermare su questa definizione per comprendere dio, e dare una chiusura al discorso. Tutti sappiamo cosa è un padre, come agisce, cosa vuole….Se Gesù dice che dio è padre, lo fa per tanti motivi. E’ una figura facile da comprendere,  un padre ama i figli, li perdona in qualunque modo e momento, vuole il loro bene e la loro felicità, li genera dando loro vita, li aiuta a crescere coltivandone l’esistenza.  Poi ci sono i padri scellerati che maltrattano moglie e figli, ma questo è un altro discorso. Qua parliamo del vero padre, un padre che sta nei cieli come recita il padrenostro, ma non perché vi abita, ma perché il cielo è sede da sempre della divinità nel pensiero degli uomini. Un padre che da il pane a chi glielo chiede e non certo serpi e scorpioni : “Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pane, gli darà una pietra? O se gli chiede un pesce, gli darà al posto del pesce una serpe? LUCA 11, 11- 12 )O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione?” A MAGGIOR RAGIONE DIO darà lo Spirito ad ognuno di noi. Cosa è lo SPIRITO di cui si parla tanto nei vangeli? Non è una cosa eterea o fantasmatica, neanche una colomba o altri pennuti, lo spirito è l’AMORE che Dio offre a tutti per i bisogni che noi abbiamo e non per i meriti che possiamo vantare ai suoi occhi, che non ne abbiamo nessuno.  Ma cosa ne dobbiamo fare di questo spirito d’amore che un dio padre così generosamente elargisce a tutti, giusti e ingiusti, ” Siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti.” ( Mt 5,45). Questo spirito d’amore va prima accolto e dopo averlo accolto ci rende somiglianti come figli al padre, e noi lo si dona a nostra volta agli altri, in modo che possiamo essere pienamente figli di Dio ed eredi, come Gesù lo è del padre. Come si traduce questo amore verso gli altri? come si ama il prossimo?  NON  BISOGNA ESSERE EROI,  amare vuol dire servire, condividere, mettersi a disposizione dei bisogni di altri, senza spogliarsi del proprio, ma essere generosi si, questo si.

Allora cerchiamo di riepilogare, nei vangeli c’è Gesù di NAZARET CHE AGISCE IN NOME DELLO SPIRITO D’AMORE DEL PADRE,  egli sana i malati, ma non pensiamo ad un 118 ambulante, perché non sono solo guai fisici ma soprattutto spirituali quelli che egli sana, va  incontro ai bisogni della gente, si commuove, piange persino di fronte a Lazzaro morto, lotta con tutti i rappresentanti del potere religioso che opprimono il popolo con leggi umane spacciate per divine, e dice ai suoi discepoli, a Filippo in specie che chiede, come faremmo noi, ” Mostraci il padre : Filippo, ancora non vedi?  chi ha visto me ha visto il Padre”. Perché Gesù dice questo? perché egli agisce con lo stesso amore di Dio, diventa figlio prediletto perché l’amore di dio lui lo mostra in pienezza, e noi per conoscere il Padre, il dio che tanto ci fa sudare per rappresentarcelo lo abbiamo sotto gli occhi, tutti i momenti, ed è Gesù, perché Dio è uguale a Gesù. Attenzione, dico una cosa basilare: non Gesù uguale a Dio, perché la similitudine non reggerebbe visto che non conosciamo Dio. Ma dio uguale a Gesù significa che possiamo avere idea di dio conoscendo l’agire di Gesù, e questo è possibile perché noi conosciamo il suo insegnamento e comandamento: “Amatevi come io vi ho amato”. E lui ha detto che è con noi fino alla fine dei tempi, quelli di ognuno di noi, non la fine del mondo che non si sa quando sarà, certo anche quella, ma a noi serve la nostra vita, il nostro agire personale, perché saremo misurati su quello, come recita il vangelo Matteo 25,35:  abbiamo dato da mangiare e bere all’affamato e all’assetato, vestito gli ignudi, visitato gli ammalati e i carcerati. E abbiamo agito come figli di dio, riconoscendo nel prossimo il dio da amare e adorare. E in tal modo conoscendo Dio, perché come dice Agostino e Giovanni nella sua prima lettera: “Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede. E questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche suo fratello”.

Per stasera abbiamo finito, qualche domanda? proverò a rispondere

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Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.