Potere e anatema sit di Vito Mancuso

LA LOGICA DEL POTERE IMPERIALE E LE SANZIONI PER NON CONTRASTARLO.
Il primo Concilio Ecumenico, celebrato nel 325 a Nicea (l’attuale cittadina turca di Iznik, a un centinaio di chilometri da Istanbul), fu voluto dall’imperatore Costantino, il quale qualche anno prima aveva concesso le sue simpatie al cristianesimo, religione vincente e quindi più adatta a governare le masse (quanto a lui, rimase per tutta la vita un ambizioso uomo di potere e si convertì ricevendo il battesimo solo sul letto di morte). A partire da allora fu immessa nella Chiesa la fredda logica del potere imperiale, una logica ad excludendum, repressiva, totalitaria e, quand’è il caso, sanguinaria, scolpita alla perfezione nel freddo marmo della ragione di Stato dalle celebri parole di Caifa riguardo a Gesù: «Conviene che un solo uomo muoia per il popolo» (Giovanni 11,50). Quante volte nella sua storia la Chiesa ha dato la morte a qualcuno pensando così di fare il bene del popolo.

La sanzione detta anathema sit’, letteralmente ‘sia anatema’, cioè scomunicato, cacciato fuori dalla comunità ecclesiale, venne eretta quale ultima decisiva argomentazione del potere ecclesiastico in tema di dottrina e di morale. Il potere ha deciso, l’imperatore ha fatto votare i vescovi, tutto è stabilito in modo lineare e preciso, e quindi d’ora in poi, se qualcuno si permette di pensare diversamente creando contraddizioni teoretiche e quindi lacerazioni pratiche, anathema sit’. La meta a cui mira il potere non è la luce sempre eccedente della verità, ma la sua stabilità.
Il potere non ama le contraddizioni, ha bisogno di argomenti solidi e inconfutabili su cui costruire nelle menti la certezza di obbedire e riverire. Si spiega così la fortuna ecclesiastica del padre del principio di non-contraddizione, Aristotele, per quanto il vero Aristotele sia molto lontano dalla riduzione operatane dalla razionalizzazione scolastica, come sapeva bene per esempio Sigieri di Brabante, condannato come eretico per la sua opera di ripristino dell’autentica filosofia aristotelica, ma collocato da Dante in paradiso: “La luce etterna di Sigieri, che, leggendo nel vico degli strami, sillogizzò invidiosi veri.
Ecco il commento di Natalino Sapegno ai versi danteschi: «Insegnando nella rue de Fouarre, la via della paglia, a Parigi, dove erano le scuole di filosofia, Sigieri Sostenne con rigorose argomentazioni dialettiche concetti filosofici tali che dovevano agli occhi di molti Procurargli fama di eretico, e quindi le condanne e le persecuzioni onde fu colpito». Tra queste persecuzioni vi furono le coltellate con cui nel 1284 a Orvieto (a quel tempo sede della Curia papale dove Sigieri si era recato per potersi difendere) venne ucciso da un chierico che gli faceva da segretario, qualcuno dice in un raptus di follia, qualcun altro su incarico degli avversari teologici.”
VITO MANCUSO
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Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.