IL POSSIBILE MALE DELLA STORIA (Carlo Molari)

La nostra responsabilità
IL POSSIBILE MALE DELLA STORIA (Carlo Molari)
Guardando la storia, noi vediamo tante circostanze in cui l’umanità ha mostrato ritardi abissali. Anche la nostra Chiesa: pensate quanto tempo ha richiesto prima di accettare la libertà religiosa, la necessità del dialogo e per sviluppare quindi quelle dinamiche di accoglienza, di misericordia, di fraternità che il Vangelo sollecitava dagli inizi. Fino a qualche secolo fa ancora venivano eretti dei roghi per gli eretici, si pensava di condannare all’inferno coloro che pensavano diversamente o che praticavano altre religioni. Il Vangelo già aveva indicato un traguardo di una fraternità universale e aveva già indicato le vie per raggiungerlo.
La consapevolezza di essere tempo implica la volontà di accogliere le offerte che esso contiene, ma sapendo che possiamo rifiutare il dono. Tale rifiuto è la radice del male storico, cioè del male provocato dagli uomini. Prospettando gli ideali di un’umanità nuova, di forme inedite di amore, dobbiamo renderci conto della possibilità di fallire. Possibilità legata al semplice fatto che siamo tempo che cioè possiamo accogliere la perfezione solo a piccoli frammenti, nella fedeltà del cammino, ma nella incompiutezza della struttura personale e sociale. Nella presunzione di essere già arrivati, o di essere autosufficienti possiamo rifiutare il dono. Riteniamo sufficiente la scienza che possediamo, l’amore di cui siamo capaci, l’armonia personale a cui le scienze umane possono condurci e non accogliamo la novità.
Per noi anziani e vecchi questa tentazione è molto più forte che per le nuove generazioni perché siamo stati educati al modello statico, in cui si conosceva la natura, in cui si sapeva che la legge naturale indicava certe cose e non altre, in cui la verità era già posseduta. Questo modello resta sempre al fondo, questo lo dobbiamo ricordare. Qualcuno potrebbe obiettare: adesso sappiamo come stanno le cose! Ma i modelli e le acquisizioni della prima fase della vita sono ancora presenti nelle nostre sinapsi e in certe situazioni possono ancora emergere e prevalere su quelli acquisiti successivamente.
Questo accade anche se non siamo malati perché appunto le impronte originarie del cervello restano nel sottofondo della nostra esistenza anche quando abbiamo accumulato nuove acquisizioni. Per questo non dobbiamo presumere di avere acquisito i modelli nuovi in un modo assoluto e definitivo. Dovremmo tenere sul comodino l’elenco delle conversioni da realizzare ogni giorno, quei cambiamenti che ci sono assolutamente necessari per il dialogo vero con gli altri e per accogliere le novità del tempo. In questo senso il cambiamento che ci è chiesto non lo possiamo realizzare tutto in una volta compiutamente, ma è da riprendere in mano continuamente, perché il compito è più grande di noi.
Ho parlato finora del male che deriva dalla resistenza nei confronti del tempo, la resistenza cioè alle offerte che il tempo contiene e continuamente ci rinnova. Esiste però un male più radicale, che deriva dalla condizione incompiuta e quindi imperfetta della creatura. Essa infatti in processo, in divenire e ogni sua attività riflette la sua imperfezione. Il male fisico, il disordine, la sofferenza, come ombra dell’incompiutezza, accompagnano il cammino dell’umanità e il processo del cosmo. Questo male non scompare solo perché il tempo passa, anzi lo sviluppo della perfezione rende più ampio il possibile spazio del male. Certo, l’uomo, almeno nell’ambito della sua piccola terra, ha un compito anche nei confronti del disordine e della imperfezione della natura. Le diverse scienze umane come la medicina, la psicoanalisi, la sociologia, l’economia hanno raggiunto traguardi importanti nella gestione delle imperfezioni derivanti di limiti dei processi creati. Altri traguardi li potranno raggiungere in futuro, se l’umanità non perde la testa e non disperde con la violenza o la negligenza le enormi potenzialità della cultura e della natura. Pensate alla dispersione enorme di risorse umane ed economiche nella costruzione degli armamenti, quando per la ricerca medica, le necessità alimentari, non si trovano mezzi sufficienti. Disperdiamo quantità enormi di ricchezze per la produzione di cose che, se utilizzate producono disastri e morte.
La coscienza umana percepisce con sempre maggiore chiarezza l’insensatezza di scelte di questo tipo. Le nuove generazioni potranno giungere a decisioni radicalmente nuove su questo punto. Oggi ancora non sono possibili: riusciamo appena a intravederle, ma non siamo in grado di realizzarle. Il male non può essere annullato nell’istante in cui viene riconosciuto, ma solo quando acquisiamo la possibilità di superarlo. Il male ci accompagna da sempre e sorgeranno sempre forme nuove, perché le esigenze della aumentano, man mano che la storia procede. Più le esigenze della vita diventano profonde più il male diventa grave se le risposte tardano a venire. La condizione temporale non è neutra, perché la responsabilità cresce con la misura delle risposte da dare.. Più i doni coinvolti nello sviluppo della vita sono grandi, più l’accoglienza si fa necessaria e più dannose sono le conseguenze del loro rifiuto.
Questa è la condizione drammatica nella quale noi ci troviamo, condizione che diventa però straordinaria opportunità se, consapevoli, assumiamo un atteggiamento responsabile.
La risposta positiva è possibile perché noi, credendo in Dio, riteniamo che c’è una forza più grande, quella che il Concilio nel decreto sule religioni non cristiane (Nostra Aetate) ha chiamato la “forza arcana” che alimenta il nostro cammino. Noi credendo in Dio questo crediamo e siamo chiamati ad affidarci.
(Relazione tenuta a Cattolica al convegno “Amare e lasciarsi amare”, 2-6 gennaio 2010)

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Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.