PERCHE’ L’ANIMA?

RIFONDAZIONE DELLA FEDE. VITO MANCUSO.
“Perché?
Perché negli uomini è sorta la necessità di parlare dell’anima? Di quale esperienza è espressione? Perché in un animale biologicamente determinato qual è l’uomo è sorto un sapere così complesso e articolato attorno alla nozione di anima? A che cosa è funzionale la divisione che l’uomo ha posto al suo interno, distinguendo dal suo corpo una dimensione che ha chiamato anima? Perché tutte le grandi tradizioni spirituali sono giunte a questa distinzione radicale dentro di noi? La risposta sta nella sete di giustizia e di bene che abita l’uomo e che, in questo mondo, risulta sempre e necessariamente inappagata. Più è pura la domanda di giustizia e di verità, più radicale è stata e sarà la distinzione tra l’ordine del corpo (funzionale a “questo mondo”, cioè alla natura e alla storia) e l’ordine dell’anima (funzionale allo spirito e al bene). Se Platone è arrivato a distinguere così nettamente l’anima dal corpo è per lo stesso identico motivo per cui Gesù distingueva i regni di questa terra dal regno dei cieli. In Platone, come in Gesù, non c’è alcun disprezzo per il corpo materiale. Coloro che attribuiscono a Platone tale disprezzo (e tra i teologi non sono pochi) non hanno mai letto con sufficiente attenzione le sue opere, nelle quali si ritrova una grande cura del corpo in termini di moderazione nell’assunzione di cibo e di ginnastica quotidiana, nonché la consapevolezza che da questa cura del corpo dipende l’equilibrio dell’anima”.

E’ solo un luogo comune distante dalla verità pensare che Platone dispregiasse il corpo. In realtà egli era mosso da una purissima sete di bene e giustizia ed era cosciente che mai questo mondo potrà saziarla. E anticipando la parabola del campo, seminato con seme buono ma anche con la zizzania, dove il campo è il mondo e la zizzania il male presente in esso, Platone sentì di appartenere ad un ordine superiore rispetto alla indifferenza etica del mondo, ove è presente la zizzania. Egli chiamò Anima questo sentimento interiore che lo legava a questo ordine superiore al mondo. Dopo 2400 anni siamo ancora costretti ad ammettere la nostra ignoranza teoretica sul contenuto della giustizia e cosa essa sia. Perché nasce questo concetto di anima allora? Alla base c’è sempre una esperienza etica e spirituale. Quei sistemi di pensiero che esauriscono il senso dell’uomo nella sua adesione al mondo e alla sua logica, non hanno bisogno della distinzione interiore all’uomo di anima e corpo. Sono invece i sistemi di pensiero che non risolvono l’uomo uguale al mondo, ma lo superano, che distinguono tra anima e corpo. Se la sete di bene e di giustizia non sono una illusione, allora questa intima verità non può venire dal corpo legato alla logica del mondo, perché esso ne è totalmente cieco e ignaro. Viene da un’altra parte, più leggera della pesantezza materica del corpo, e questa porta un nome che ricorda il soffio, il vento, l’anima appunto, che i greci chiamano pneuma da cui anche spirito. E come il vento essa va dove vuole e non sappiamo da dove viene. E noi non possiamo fare altro che cercarla, il senso della nostra vita è tutto in questa cercare una risposta al riguardo. Non c’è nulla di più importante.

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Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.