Olocausti

Oggi è una data che vorrei non ci fosse mai stata, come il 27 gennaio di ogni anno.
Ricordare e commemorare tremila morti ammazzati da un attentato terroristico, da terroristi mascherati da “martiri” è qualcosa che dentro ognuno di noi scatena un moto di dolore e ribellione verso la violenza che rigenera se stessa come un’araba fenice.
Nel 2001 si segnò lo spartiacque di uno scontro secolare che non chiamerei di civiltà, contrassegnato da uno scambio di colpi violenti che ora da una parte, ora dall’altra del mondo, hanno finito per dividerlo e identificarlo in un satana bivalente e presente in ambedue le sponde atlantiche.
Mi chiedo quale vantaggio ha avuto il mondo islamico dall’orrendo omicidio perpetrato da Osama Bin Laden, giusto 15 anni or sono? E quale soddisfazione si è potuta avere dall’aver buttato in mare i resti del fu capo di Al Qaeda?
Solo vendetta, vuota, fredda, come il cuore di quanti vorrebbero ripetere le stragi delle torri gemelli.
Non porta da nessuna parte tale violenza, cosi come le guerre cosiddette giuste che dovrebbero esportare democrazia dalle parti del Tigri e dell’Eufrate.
Occorre che l’occidente smetta di indossare panni di esportatore di civiltà e democrazia, che servono a mascherare spesso ambizioni colonialiste e di dominio, e accetti di interloquire senza equivoci con i paesi islamici e arabi da pari posizioni di dignità.
Avere rispetto delle posizioni anche oltranziste di Iran e paesi schierati contro Israele, perché l’occidente non deve continuare a pagare dazio nei confronti dell’olocausto.
Israele va difesa ove i suoi interessi legittimi sono lesi, ma vanno salvaguardati di pari passo i diritti dei Palestinesi, che sono quelli che in questo momento pagano le conseguenze di una occupazione perenne. I martiri dell’11 settembre saranno sempre vivi nella memoria di chi vuole la pace e il disarmo, continuiamo a farne simbolo di ricomposizione dei conflitti in corso, non lasciamo che a piangerli siano solo i familiari e gli amici, ma l’umanità intera pianga in essi le tante occasioni perse di riappacificare il mondo, di pacificarlo per permettere il fiorire di una era di pace e di dialogo in cui finalmente il satana di questo mondo possa essere definitivamente scacciato e sconfitto.
ad minora delabimur
Canicatti,2021,settembre, 11
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Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.