Buon anno a chi mi vuol bene, e anche no

Nuovo anno portati via, ti prego, quel che resta di antico e  di  incompleto  dei giorni trascorsi… Non lasciare traccia di cose perdute, ma speranza di ritrovare ciò che si è perso. Non farmi tornare nei posti dove ho smarrito la felicità, sai che sarebbe inutile e perverso, piuttosto tracciami le vie nuove da percorrere affinché non ricada nelle trappole mortifere e paludose in cui son solito appressarmi e specchiarmi. E non abbagliarmi con facili illusioni, affinché non rimanga abbacinato e deluso. Fammi stare saldo e alle  mie certezze aggrappato, lo so che è difficile ma se mi impegno posso anche….sbagliare, e sarà divertente. Voglio augurare a questo piccolo pianeta che gira intorno a noi, quello che ognuno vuole per sé e non sente il coraggio di dirlo. Auguri che non siano scontati, ma partecipati col cuore lieto di chi ne fa dono alle persone che pensa e che vuol bene. E con le stesse persone avere  contezza di percorrere un altro giro attorno al mondo, dividendo affanni e allegria, in piacevole compagnia. State certi che ci sarò, e ci sarete anche voi a dividere con me pensieri e parole più o meno profonde, sciocchezze e amenità leggere, per rendere lievi i giorni e la fatica di vivere.  Però fermiamoci un attimo…. Siamo sicuri che deve essere questo fantomatico tempo, l’anno vecchio, a portarsi vie le angosce e le paure, gli insuccessi e i fallimenti, che ognuno di noi si porta dentro? O piuttosto non dobbiamo essere noi, unica entità certa, fatta sì di tempo ma anche di coscienza, a dover fare piazza pulita del marciume che ci appesantisce? D’altronde il tempo a pensarci bene cosa è se non la percezione di coscienza del nostro esistere, che non è più al passato perché non c’è più, e non sarà futuro perché di la da venire. Esso è il presente, ora, inafferrabile kairos opportuno e propizio, ed eterno kronos, che scandisce  la nostra esistenza e ci inghiotte nel suo abissale  baratro eterno ed infinito. Allora visto che il presente si mostra con la faccia imbellettata di promesse, afferriamolo e facciamolo nostro, trovando la forza di svuotare il cuore e la ragione dalle insidie pericolose che avvelenano l’esistenza….Ah, fosse possibile lasciare spazio al sorriso, alla comprensione, all’ottimismo non di facciata ma quello che sa accogliere la vita con le sue contraddizioni, e pur nei momenti bui di essa sappia colorarla di rosa e azzurro. Ci vuole un grande coraggio, un grande cuore: ci vuole amore per il mondo e per chi lo abita. AUGURI mondo….

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Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.