Mourinho a Roma

Mourinho alla Roma e io dovrei sentirmi tradito?
Scusate amici, ma stiamo parlando di calcio o di mogli e amanti?
No perché adesso la questione si pone in termini di risentimenti e sentimenti traditi.
Ricordo che l’ultima volta che provai risentimento e dispiacere per un giocatore idolo per me fu il passaggio di Boninsegna alla Juve.
Poi temevo ogni anno da allora, che fosse il turno di Mazzola e vivevo ogni calcio mercato con quel terrore.
Ma avevo 15 anni allora, e il calcio non era corrotto dai milioni e le bandiere avevano ancora il loro valore.
Ma adesso che c’entra tutto questo?

Nell’epoca in cui prendi un Ibrahimovic fuggito dalla juve in B che dichiara al primo giorno di raduno che teneva in cameretta la maglia di Skoglund, salvo poi fuggire al Barcellona e baciare la maglia il giorno della presentazione allo stadio catalano…
Oppure Bonucci che va via dalla Juve al Milan per spostare gli equilibri e invece si sposta lui davanti ad ogni gol subito dal Milan in quella stagione, e tornarsene tra fischi e pirita alla juve dicendo che è il club che ama da sempre.
Sono gli esempi più eclatanti, non vado oltre.
Tanto per citare Mourinho, altro paraculo seppur special e grande venditore della sua immagine.
Arriva a Roma e già dice “daje Roma”
A Milano appena arrivato disse che “non sono un pirla”.
Se verrà un giorno ad allenare il Palermo lo vedo già esclamare in perfetto siculo: Forsa Sisilia, la megghiu squatra è lu Paleimmu!
Noi godiamoci il titolo, la Roma sarà la solita avversaria per noi, indipendentemente da Mourinho.
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Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.