Gesù è stato solidale con la sua idea, quella di realizzare una comunità di credenti che avrebbero mostrato l’amore del Padre uguale per tutti gli uomini, meritevoli e non. e FEDELE A QUESTA IDEA, in cui il regno di Dio in terra doveva essere un regno di uguali, dove nessuno avrebbe sopraffatto e comandato sugli altri o accumulato per se stesso, ma avrebbe servito gli altri facendosi ultimo per essere primo nel regno di Dio in terra, andava a scontrarsi con chi detenendo il potere religioso e politico non poteva certo vedere capovolti i paradigmi su cui era impostata la società di quel tempo. Ma anche quella di oggi, dove la forza e la volontà di potenza sembrano vincenti nei confronti dell’amore e della solidarietà umana. La storia dei peccati e della loro redenzione va vista in un’ottica diversa e meno clericale: vi è peccato la ove regna l’ingiustizia, la sopraffazioni, l’egoismo. Una società che non promuove la crescita umana e la valorizza, come faceva Gesù incontrando i derelitti, i peccatori, pubblicani e prostitute, è una società immersa nel peccato, ( che non sono i classici precetti da sacrestia, ma ben altro più grave e letale), e da questa ingiustizia che ci dobbiamo salvare. Perché sarebbe comodo pensare che Gesù sia morto al posto nostro, Gesù non si è fatto carico di nessun peccato, ma dal peccato è stato messo in croce. E resuscitando ci ha mostrato come una vita spesa per amore e con amore trionfi su tutto alla fine: anche sulla morte