La viviamo ogni giorno poco a poco, morendo un po’ alla volta in vita , fino a quando la morte non sarà definitiva, e con essa saremo per sempre risorti a nuova vita
Non lo scrivo come credente, ho scritto cercando di pensare alla logica dell’universo, a ciò che lo tiene in vita da 14 miliardi di anni, una perenne continua trasformazione di energia immortale che passa dalla morte delle stelle alla nascita di nuove galassie. E noi ne facciamo parte.
Anche se la nostra materia è deperibile, poiché se si consuma quelle delle galassie figuriamoci i nostri 4 atomi H – He – N -C, che composti in diverse combinazioni ci formano e ci determinano. Eppure il dramma dell’impersonalità non mi fa paura perché saremo riconoscibili dalla nostra energia, da quello che saremo capaci di sprigionare energeticamente, così come si riconoscono gli elettroni di un atomo dall’orbita che percorrono attorno al loro nucleo. Il paradiso nostro sarà il nucleo a cui apparterremo e attorno al quale orbiteremo.
E sono convinto e credo fermamente che l’energia che ci qualifica come viventi è l’amore. Sapete perché? Perché è sotto i nostri occhi, sotto la nostra esperienza quotidiana: fateci caso. Una persona che ama è completamente diversa da colui che vive chiuso in se stesso e pensa solo ai fatti suoi. Chi ama è vitale, dedito a se stesso e agli altri, cura se stesso e ha cura degli altri, ha una vitalità che spesso lo stesso soggetto non sa di possedere. Pensate alle mamme che amano i loro figli al punto da non dormire tante notti di seguito, per accudirli, per aspettarli al rientro a casa. Pensate all’innamorato che non chiude occhio la notte e fissa le stelle e pensa alla donna della sua vita, e il giorno vola nell’attesa del suo bacio. L’amore ci carica energeticamente, e quella energia che ci era stata fornita verrà nutrita da esso, e alla fine saremo nel cosmo, nell’infinito di questo mondo o di altri infiniti mondi, danzanti tra le stelle, torneremo da dove siamo venuti.