Mi sarebbe piaciuto essere un poeta, uno di quelli che conosce fanciulle perché sa cantarle in versi, e conosce i loro nomi e le chiama con quelli, e essere amico delle donne in fiore, graziose nei loro vestiti di tulle e seta, con il cappellino di paglia e di fiori secchi adorno. Avrei voluto per me quella stanza luminosa della casa in campagna, con la finestra aperta sul mondo, ampia, lieve, con la libreria piena dei miei poeti e delle mie poesie, con la poltrona in un canto e il tavolo di lavoro alla luce del giorno, attutita dalle tendine ricamate da mani vezzose e gentili. Avrei tanto voluto essere poeta…
Invece la stanza giace abbandonata e chiusa, e il mobilio sa di muffa, e la finestra non porta tendine gentili che adombrano il sole e la sua luce…E’ andata altrimenti, Dio solo sa perché… I miei vecchi mobili giacciono in un granaio in cui mi hanno permesso di metterli e io stesso non godo più di quel tetto sopra di me, e mi piove rugiada lacrimosa dagli occhi…