Dal Vangelo secondo Marco
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva».
Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi».
Dopo aver esposto chi può essere il più grande nel regno, posto al quale arriva chi è capace di essere al servizio degli altri, Gesù viene interpellato da Giovanni, uno dei due figli del tuono, irruento e caratteriale, che vorrebbe che gli altri si adeguassero alle categorie del giudaismo e alla loro tradizione. I discepoli, di cui Giovanni si fa portavoce non accettano che coloro che sono fuori dalla tradizione a cui loro appartengono, possano essere seguaci di Gesù. Per loro non si può essere alla sequela del Maestro se non ci si identifica con l’ideologia dei Dodici. Come dire che non si è cattolici o buoni cristiani se non si accettano integralmente i diktat spesso ideologici e illogici di una religione che limita la libertà e non cerca il bene dell’uomo. I Dodici hanno visto “uno che scacciava i demoni nel suo nome”, nel nome di Gesù. Vogliono impedirglielo, perché non fa parte della loro cerchia, del loro esclusivo club, come quelli che si vantano che hanno la Basilica di S. Pietro tutta per loro per un giorno, credendosi per questo “eletti”.. Gesù gli risponde di lasciar fare, perché chi ha dato la sua adesione a lui non può rinnegarlo e andargli contro, anzi agisce con la sua stessa potenza nel liberare gli uomini e promuoverne la loro emancipazione. E così Marco completa il discorso iniziato col servo: chi si mette al servizio identificandosi con lui, sta al centro ed è primo nel regno-comunità Chi riesce in questo può esercitare la missione liberatrice nei confronti degli altri.