Mc 8,22-26 Ciechi che non credono

Hand of Jesus touching a blind man’s eye. Detail of “Two blind men cured” (15-03-02/27) Mosaic (6th)
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero a Betsaida, e gli condussero un cieco, pregandolo di toccarlo. Allora prese il cieco per mano, lo condusse fuori dal villaggio e, dopo avergli messo della saliva sugli occhi, gli impose le mani e gli chiese: «Vedi qualcosa?». Quello, alzando gli occhi, diceva: «Vedo la gente, perché vedo come degli alberi che camminano». Allora gli impose di nuovo le mani sugli occhi ed egli ci vide chiaramente, fu guarito e da lontano vedeva distintamente ogni cosa. E lo rimandò a casa sua dicendo: «Non entrare nemmeno nel villaggio».

Betsaida è un villaggio di pescatori, e li ci sta un cieco.
I pescatori sono i discepoli di Gesù e il cieco è il loro rappresentante, Simone Pietro.
Cieco perché ancora non ha capito, come i suoi compagni, la figura del Messia che Gesù annunzia loro.
Sono attaccati alla tradizione, rappresentata dal villaggio, che impedisce loro di aprire gli occhi su Gesù.
Ecco perché Gesù conduce fuori dal villaggio il cieco, Pietro, per guarirlo.
Il villaggio nei vangeli è il simbolo della tradizione, dove nulla cambia e tutto rimane immutabile. Chi più di Pietro è legato alla tradizione e alla legge giudaica?
Marco traccia con poche decisive pennellate il processo lungo e faticoso della conversione del cieco Pietro, il testa dura, il coriaceo.
All’inizio egli vede come alberi, confusamente, poi più distintamente vede gli uomini.
E’ il lungo processo della sua conversione che Luca narrerà nel suo secondo Vangelo, gli Atti, in cui Pietro si converte a casa del centurione romano Cornelio.
Per adesso questa figura e questo personaggio ci servono per capire come siamo tutti dei ciechi che vagoliamo nel buio dei nostri villaggi, legati alle tradizioni, anche religiose, che ci vengono trasmesse, senza aprirci alle novità dello Spirito.
Quello Spirito che simbolicamente Gesù trasmette al cieco toccandogli gli occhi con la sua saliva. Si pensava che la saliva fosse aria condensata che provenendo dall’interno del corpo contenesse un   poco dello Spirito che ci anima. In tal modo Gesù lo trasmette al cieco, guarendolo. Ma a significare la durezza della cervice del cieco-Pietro, Gesù deve imporgli due volte le mani sugli occhi. E la seconda è quella decisiva. Non deve tornare però al villaggio, non deve ricadere nella rete della sua ideologia e della tradizione religiosa giudaica. Il ritorno nella sua casa significa essere libero dalle idee che fino a quel momento avevano accecato la sua vita e condotta.
Siamo ciechi senza lo Spirito.  Senza di esso non ci apriamo  alla verità della parola del Maestro.
E così non siamo capaci di guardare oltre il nostro ristretto orizzonte, aldilà nei nostri stretti bisogni, e ci ostiniamo, duri come roccia o come Pietro appunto, nelle nostre convinzioni.
Persino neghiamo ad un popolo l’eucarestia e i presbiteri del popolo che potessero somministrarla.
Per non dire della esclusione dell’altra metà del cielo, le donne, dall’ordine del diaconato che continua ad essere esclusiva di un Dio maschio e patriarcale.
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Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.