MADRE di Gesù

MARIA, madre di Dio è un appellativo che non si ritrova mai nei Vangeli, e mai in bocca ai discepoli o a Paolo. E’ intorno al 3° secolo che compare tale titolo, in relazione alle dispute sulle due nature di Gesù e sulla sua persona. Quindi più che un titolo mariologico è una conseguenza delle dispute cristologiche che poi furono stabilizzate in dottrina e dogma nel Concilio di Efeso del 431 e venti anni dopo in quello di Calcedonia, in cui si stabili che le due nature di Cristo, umana e divina, sono indissolubilmente presenti nella unica persona di Gesù, divino perché generato dal Padre fin dall’inizio dei tempi, e come uomo da Maria. Ecco che Maria diventa madre di Dio perché porta nel seno il divino. Come tutti i dogmi di fede sono abbastanza misteriosi, preferisco il Vangelo con la sua chiarezza e i suoi eloquenti silenzi su questi argomenti di semplice dottrina, che non semplificano certo i percorsi di fede.

« Vergine Madre, figlia del tuo figlio,
umile e alta più che creatura,
termine fisso d’etterno consiglio,tu se’ colei che l’umana natura
nobilitasti sì, che ‘l suo fattore
non disdegnò di farsi sua fattura. Nel ventre tuo si raccese l’amore,
per lo cui caldo ne l’etterna pace
così è germinato questo fiore.

Questo invece è Dante Alighieri nel canto del Paradiso che celebra così la Madre assurta a ruolo di divina creatura.  Oggi  si celebra il SS nome di Maria, e per noi cattolici è una bella festa. Basti pensare quante delle nostre amate donne portano questo nome, a cui è doveroso l’augurio e l’affetto. Magari su Maria, madre di Gesù ebreo, si sono dette nei secoli tante cose superflue e aggiunte inutili alla sua già grandezza di donna di fede e apostola del figlio, ma non possiamo certo distogliere lo sguardo dal suo ruolo di custode del significato di madre e di credente. Poi lasciamo da parte devozioni e apparizioni, sanguinamenti e lacrimazioni, quelle sono qualcosa che non deve intaccare la fede di ognuno di noi in questa donna, che i vangeli narrano silenziosa e coraggiosa al punto da sfidare la morte e il dolore ai piedi della croce del Figlio. Ma così piena di fede nella vita che non la troviamo più nel sepolcro o accanto al figlio al momento della sua deposizione nella tomba. Lei certa della resurrezione e della vita che non muore, donna dello Spirito dall’annuncio della nascita al raduno nel cenacolo in attesa del Paraclito.

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Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.

Una risposta a “MADRE di Gesù”

  1. Fai bene a precisare come si giunse ad attribuire a Maria il titolo di “madre di Dio”, frutto delle dispute, come tanti elementi della dottrina. E fai bene nel dire che preferisci il Vangelo con i suoi silenzi. Alberto Maggi, nostra guida, sottolinea che “quando si leggono i vangeli occorre sempre distinguere “quello” che l’evangelista vuole trasmettere, e questa è la Parola di Dio sempre valida, da “come” lo comunica, adoperando strumenti della cultura del tempo. Quando non si tiene presente questa distinzione si rischia di cadere in inutili discussioni”. Io in Maria ho ammirato sempre due qualità, l’umiltà e la nobiltà, una umiltà che è disposizione ad accogliere l’offerta divina, una umiltà che diventa nobiltà proprio in virtù di quel sì, che significa piena adesione al progetto divino, un sì che la rende degna, la fa grande e preziosa, la trasforma in massima espressione dell’umanità, simile solo al suo figlio, a lui precedente e seguente. Nell’eccomi di Maria c’è una disposizione di grande produttività, quel sì significa adesione non annullamento, partecipazione attiva che esalta il suo ruolo che è quello dell’uomo che collabora. Queste sono le qualità dell’uomo nuovo, un uomo che cammina insieme. Oggi più che mai sono valide quelle istanze. Oggi più che mai è valida la figura di Maria.

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