Lunedì di pasquetta siculo


Riassunto medico del lunedì di pasquetta siciliano.

Adunata mattiniera dei siculi, schietti e maritati, masculi e fimmine, nei garage e davanti i condominii, con i sacchetti da spisa.
Qualche decina di cani e gatti che passano nelle vicinanze, sentono ‘u ciauru del contenuto dei sacchetti e cominciano a miagolare e scodinzolare insistentemente.
A nulla valgono gli imperiosi “passiccà e issiccà” con cui donne e picciriddi cacciano o tentano di farlo i domestici animali affamati, dai paraggi.
Rapido giro di consultazioni telefoniche e satellitari per darsi appuntamento a colpi di ” Unni ni videmu? ‘Ncampagna o a lu mari, u villinu libbero è?”
Dopo aver ricevuto le risposte più disparate e le contrattazioni tipiche del popolo discendente dagli arabi, che furono abili mercanti a contrattare, finalmente si parte.
Salgono in auto nell’ordine: la sogira di 90 anni e di 90 kg, i du’ picciriddi di 9 e 13 anni che in totale non fanno 22 ma circa 76 kg, la mogliera ca cicalia col cellulare e sbatte la portiera, facenno santiare il marito, che dopo una occhiata al carico e alle gomme monta sulla plancia di comando e avvia il motore…
Prima sosta al bar, caffè e semplice colazione con cornetto, iris a forno, cartoccio di ricotta e doppio caffé, tutto assieme
. ‘Nsia mai che ci sia qualche contrattempo e si arrivi al pranzo in crisi ipoglicemica.
Equipaggio e merci varie finalmente giungono a destinazione. Sbarcato il tutto, si inizia nel pieno rispetto della tradizionale divisione dei ruoli a preparare il pranzo.
I malipinsanti pensano che la fimmina sicula cucina e li masculi taliano…( guardano, va)
Tutto può essere, ma il lunedì di pasquetta non è permesso taliare.
Mentre le fimmine separano e programmano i vari pezzi di carni da cuocere in ordine rigorosamente da rispettare come da tabella, i masculi fanno focu e fiammi.
Il barbecue, che può variare come larghezza dai 70 cm quadrati a un lettino in ferro battuto, 1,80cm per 1 metro, viene generosamente incendiato con pericolo per i boschi vicini, da quelli che sono pratici del mestiere di barbecue.
Molti piromani infatti sono passati dalle nostre parti, prima di essere tali…
Si inizia nell’ordine a cuocere: sazizza cunsata, con pecorino, cipolla, semi di finocchio, e peperoncino, aglio, pomodorino.
Poi si prosegue con la sazizza di maiale che è leggera per i picciliddi.
Fatti fuori le prime dodici kilate di sazizza, con qualche damigianetta di vino e birra alla spina, come antipasto passano il pecorino e le olive nere sicule. Quelle così impregnate di olio che il fegato appena li vede va a farsi le analisi per il colesterolo.
Quindi è la volta delle costine di maiale, messe a bagno con limone, pepe e olio, passate sul fuoco appena appena per fare sciogliere il grassetto periferico, e divorate mezze crude.
Che non deve essere secca la carne del maiale, che poi diventa stuppagliusa.
Tra le urla delicate delle fimmine dalla cucine alla zona incendio del barbecue, uno sciamare di picciriddi, fumu, ciauru, e bestemmie sicule assortite, se il vino finisce o se la birra è calda.
Intanto si passa alle stigghiole, e fegato, pancreas e milza chiamano il prete per l’estrema unzione.
Per fortuna qualcuno chiama pausa caffè, e allora cominciano a circolare buttigliuna di amaro e sambuca, che il caffè se non è corretto manco lo senti dopo tutto l’alcool che si ingerisce per accompagnare quella poca carne arrostita e affumata.
Pausa finita, si comincia a ravvivare la brace per le patate e li cacuoccioli.
Si inizia a mangiare unti di olio e si finisce con le mani che sembrano quelli degli spalatori di carbone nelle littorine anni ’30 della linea Palermo Modica, 16 ore per 270 km.
Nuova pausa caffè, con grappa e amaro dell’etna, e via al dolce.
La giornata riserva il dulcis in fundo, con cannnoli di ricotta, cassata di ricotta, cartocci di ricotta, bocconcini di ricotta, minni di santagata, sciù di mezzo chilo chini chini di ricotta, cannolicchi di ricotta, babà al rhum che un poco di alcool che vuoi che sia…. diabete da coma profondo con complicanze da chetoacidosi.
Domani mattina mi raccomando alle 7 tutti in fila, biochetasi e digiuno per tre giorni che manco in quaresima.
Se ce la fate dopo 3 giorni potreste anche resuscitare, altrimenti ricordatevi che non siete Gesù.
Buona pasquetta a tutti.

5,0 / 5
Grazie per aver votato!

Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.