Lo scopo della vita

Lo scopo della vita: VITO MANCUSO risponde ad uno studente nell’incontro conferenza Libertà e Potere del Non Potere

“Io penso che l’essere umano sia abitato da una richiesta di giustizia, di senso, di bellezza, di armonia, che non si riduce unicamente, che non viene esaurita dalla dimensione biologica, di vita che trasmette altra vita. E quindi, quando devo rispondere alla domanda su quale sia lo scopo della vita che io riesco a dare a me stesso, per me è inevitabile andare con la mente ai valori cosiddetti dello spirito. Alla bellezza, alla contemplazione della bellezza, che si dà ovviamente nei volti umani, si dà
nelle opere d’arte, si dà nell’ascolto della musica. Alla dimensione della giustizia. Spendere la vita per la giustizia. Monsignor Romero era l’Arcivescovo di El Salvador, ed era stato mandato a fare l’Arcivescovo di El Salvador da una Chiesa diciamo nemica della Teologia della Liberazione, nemica dei sentieri di liberazione. Esiste anche questo genere di Chiesa. Era un prelato di tendenze conservatrici, molto più amico dell’istituzione che non, diciamo così, dell’esigenza di giustizia. Quando è entrato effettivamente a contatto con la vita concreta, ha cambiato completamente prospettiva, ha lottato a favore della giustizia, ha ricevuto naturalmente minacce di morte da parte di latifondisti, narcotrafficanti, servizi segreti americani. Ognuno di loro voleva controllare, come del resto ha fatto per anni e anni, l’America Latina. Non è indietreggiato, non ha smesso di lottare, e un giorno mentre diceva messa, il 24 o 25 marzo, è stato ucciso sull’altare. Qual è il senso di questa vita? Il senso di questa vita è stato quello di lottare per la giustizia. Qual era il senso della vita per Giovanni Falcone? O per Paolo Borsellino, o per Rosario Livatino? Per tutti gli altri giudici che combattono ancora oggi contro la criminalità organizzata? Non è semplicemente quello di produrre altra vita. Altrimenti non farebbero quella vita lì, che è una vita rischiosa dal punto di vista biologico, no? Allora, ecco che ci sono valori etici, ci sono valori estetici, ci sono valori spirituali, che a mio avviso sono effettivamente lo scopo di quella dimensione peculiare di cui ho parlato dicendo “libertà”. Lo scopo di me in quanto non libero, cioè del mio corpo, è chiaramente quello di produrre altro corpo. Se io sono del tutto risolvibile nel mio essere corpo, io devo riprodurre il corpo. Ma se io sono qualcosa di più rispetto alla mia dimensione corporea, se io sono libertà, se io posso giungere anche, faticosamente, ma posso giungere alla dimensione della libertà, allora la mia libertà non ci sta a “essere”, semplicemente. Non dico che non ci stia perché non vuole o perché è capricciosa, ma perché obiettivamente mette in campo una dimensione dell’essere che è diversa rispetto a quella semplicemente materiale. E, infatti, perché possa avere pienezza, perché possa avere senso, richiede l’adesione a quelle dimensioni di cui ho parlato prima: l’etica, la politica – politica nel senso nobile del termine, ovviamente –l’estetica, la spiritualità… E introdurre il Bene in tutto questo, cioè armonia relazionale.
Scopo della mia vita è, per quanto sia possibile, riuscire a servire questa dimensione del Bene, in tutte le sue sfaccettature. Questa è la mia risposta. Naturalmente, e concludo, il vertice di questa esperienza del Bene è l’esperienza dell’Amore”.

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Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.