Le insidie delle sacre scritture

Noto da tempo che l’interpretazione del vangelo da parte dei preti che officiano le omelie è spesso e volentieri inesatta o poco rispondente alle esigenze di una esegesi che pretende correttezza filologica ed esatta corrispondenza tra il pensiero del teologo autore del vangelo, e ciò che è arrivato a noi in forma scritturale.

Mi sorge il sospetto che proprio per sfuggire a questa forma di visione scientifica delle Sacre Scritture, che corrisponde in via definitiva alla Conoscenza dei tempi storici in cui furono redatte, delle forme letterarie del tempo, del pensiero teologico dello scrivente, della sua cultura e della sua fede di allora, la chiesa cattolica e la sua cultura dominante abbiamo condannato sotto forma di peccato di gnosticismo quella che invece è la fondamentale forma di conoscenza che ogni credente dovrebbe avere.

E non sarebbe certo difficile per ogni appartenente alla religione cattolica, arrivati all’età della completa maturazione di pensiero e coscienza, avere finalmente acquisito tramite una guida corretta la padronanza dei principali contenuti evangelici.

Questo lo si potrebbe ottenere se fin da piccoli, invece di indottrinare i bambini col Catechismo della Chiesa Cattolica, il CCC,  coacervo di contraddizioni e concetti teologici difficili da spiegare, ci si sforzasse di leggere e commentare il vangelo con le giuste chiavi di lettura e interpretazione.

D’altronde forse che gli islamici non si educano fin da piccoli ad imparare il Corano e le sue Sure a memoria e recitarle ogni giorno, secondo la loro tradizione?

Noi non dobbiamo arrivare a queste forme di pedanteria religiosa, ma è necessario che i primi a doversi rieducare in questo senso  sono i vecchi preti e con loro le nuove leve, che usciti dai seminari convinti di recitare formule che tramutano le cose in altre, tipo il pane in corpo, non conoscono la differenza tra condivisione e moltiplicazione, tra obbedienza e autorità, tra amartia e conversione, miracolo e segno.

Allora mi viene spontaneo un altro dubbio: come mai quando si tratta di argomenti di morale sessuale, divorzio, omosessualità,  peccati vari e penitenze allegate, i nostri preti sono più agguerriti di una banda di talebani armati,  e sanno citare i passi del Vangelo e delle Scritture ove rispondono secondo loro a questi argomenti, e poi cadono sulle cose più banali in fatto di interpretazione e scoperta della linea teologica dei Vangeli stessi?

Non sarà che col tempo si è tralasciato un aspetto importante per l’uomo, quale il messaggio evangelico era in origine, con la predicazione che partita dall’uomo di Galilea contro l’ingiustizia del mondo, e si sia data preferenza ad una linea che fosse rispettosa della salvaguardia del potere ecclesiastico patriarcale? Da buon cattolico dico che a pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca.

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Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.