Partenze e ferie

Buongiorno popolo di eterni partenti e lavoratori in ferie.
Degni discendenti di quel grande impero romano che intitolò al suo più famoso e stimato imperatore i giorni di vacanza di questo mese. Ferragosto, feriae augustee, forse ad indicare il periodo in cui il sovrano coronato di alloro dalla fama, lasciava l’accaldata, ma non assetata, capitale imperiale per rifugiarsi nelle amene località marine di Capri, o nelle fresche colline abruzzesi.
Memori di questa augustea usanza abbiamo ereditato, è proprio il caso di dirlo come malattia geneticamente trasmessa, questo modus faeriae.
Quindi si chiudono fabbriche, scuole, uffici, negozi, chiese, perché l’italico e stanco popolo deve andare in vacanza.
O ferie, che dir si voglia.
E iniziano i grattacapi, perché muoversi in 22-25 milioni ogni anno, negli stessi giorni, nelle stesse tratte orarie e viarie, crea scompensi di congestione al traffico, aereo, stradale, ferroviario.
E poi si arriva nelle località di vacanza, sempre le stesse per tanti di noi, e ci si ritrova nel solito circolo di comari gracchianti e fanfaroni narranti le loro avventure di qualsiasi tipo. a tavola, con il capo ufficio, con le donne, con i mariti ( spesso degli altri), e lo stipendio che non si arriva più a fine mese, i neri che tolgono il lavoro ai nostri ragazzi, la congiura degli USA con i vaccini, i dubbi teologici su chi è il vero papa.
Insomma una lagna unica che poi si ritorna più depressi e maniaci di prima della partenza, e ci si sfoga dando fuoco ogni tanto ad una ex compagna o a qualche gay di passaggio.
Io mi reputo doppiamente fortunato, perché per conformazione mentale ho rinunciato da giovane alle vacanze sotto l’ombrellone, preferendo fare dei piccoli o grandi viaggi, e perché il periodo delle mie vacanze non coincide mai con quelli della stragrande maggioranza italica, per motivi di lavoro e per motivi di impegni miei.
Così posso godere delle vacanze ( intese proprio come vuoto) che gli altri mi lasciano sul posto di lavoro, essendo agosto il mese quindi più light da questo punto di vista, e perché le mie cellule cerebrali, oltremodo delicate e sensibili, sfuggono i discorsi da spiaggia in cui fatalmente mi troverei impelagato a discutere di Icardii e di Wandanara, appassionandomi alla seconda e non certo al naso del primo.
Vi lascio quindi ai vostri preparativi e valigioni, vi prometto che vi penserò ma non vi rimpiangerò in quelle calde e assolate spiagge di carnai umana quando voi farete finta di essere felici e io invece farò finta di essere rilassato.
Che Augusto in feriae buon pro ci faccia ( giò)

ad minora delabimur

Canicattì 2020,luglio,31

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Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.