Questa la racconto ai miei fratelli.
Quando mia madre ci lasciò in una età in cui ancora oggi avrebbe potuto essere una graziosa vecchietta, robusta come era, e bella come tutte le more, ci rimase un grande vuoto.
Io avrei dovuto sposarmi da li a poco dopo 22 giorni, il 7 settembre del ’96, e quando penso a questo mi sale il magone.
Parlavamo spesso negli ultimi tempi di questo avvenimento, e anche di futuri nipoti.
Assieme avevamo deciso che la femminuccia se veniva sarebbe stata chiamata Carlotta, da lei definita subito un nome da principi e che le piacque molto.
Non parlammo di eventuali maschietti, forse entrambi davamo per scontato il nome di mio padre, Salvatore.
Alcuni mesi dopo il matrimonio, sognai di lei, fenomeno onirico non più ripetutosi.
Ricordo nitidamente i momenti del sogno che sono rimasti impressi nella mia mente, forse perché svoltesi in mattinata, e che mi lasciarono gli occhi umidi di emozione.
Ma quello forse era un fenomeno allergico, visto che eravamo a marzo.
Sognai di essere in uno spazio aperto, e che mi veniva incontro una figura, all’inizio indistinta ma luminosa.
Quando riconobbi lei, le chiesi: ” Mamma, sei tu? come stai?
-Benissimo, rispose, sono in un posto meraviglioso. Guarda cosa ti ho portato, una cosa bellissima.
E dicendo questo mi porgeva con le braccia protese qualcosa che somigliava ad un bimbo. Quando me lo porse, sopraffatto dall’emozione io mi svegliai e interruppi il sogno.
Che già aveva detto tutto.
Da quella mattina, da quell’annuncio, che da li a poco si sarebbe rivelato nella gravidanza di mia moglie, decidemmo che il nome del nascituro se maschio, sarebbe stato Gabriele.
L’angelo dei sogni e degli annunci divini.
Canicatti,2021,marzo,25
ad minora delabimur