La morte secondo Carlo Molari
Dice don Carlo Molari…
Se la morte è il traguardo finale della nostra esistenza, ed è innegabile questo, essa ci offre pure i 5 criteri per orientare il cammino della nostra vita spirituale e terrena
1 chi sono diventato io attraverso quello che vissuto? Non importano le cose che abbiamo fatto o accumulato, ma chi sono diventato, vivendo questa esperienza? questo fallimento, questa calunnia, o questo successo?
2 La morte ci chiederà di abbandonare tutto, di aver imparato a distaccarci dalle cose, dalle persone, dalle situazioni, perché dovremo abbandonare tutto.
3 La morte ci chiederà di partire in solitudine, ma pieni di presenze. Ci chiede perciò di vivere i rapporti in modo tale da portarci gli altri dentro, senza condurli con noi per mano. La persona ha bisogno sempre più di interiorizzare presenze. Esse costituiscono la nostra risorsa, perché noi diventiamo attraverso i rapporti.
4 l’oblatività, cioè la capacità di donare vita. La morte ci chiederà di consegnare tutto, persino il nostro corpo che ci è servito per diventare noi stessi. Tutto dobbiamo restituire, tutto dobbiamo diffondere intorno a noi.
5 – l’abbandono fiducioso. La morte ci chiederà di essere così capaci di fidarci della vita da saperla perdere per ritrovarla. E’ l’atto supremo di fiducia.
Siamo un vuoto sempre riempito, siamo un nulla che viene all’esistenza dall’energia creatrice. Non siamo noi ad offrire, a donare, ad amare, ma è il bene che in noi diventa amore