La juve e la coppa

La maledizione della juventus in coppa non è una vera maledizione.
Ma è una tradizione. Come la Pasqua, arriva ogni anno anche se variabile nei mesi, fa tutti felici tranne gli Agnelli.
Tradizione Storica.
Nata per vincere, perché legata da sempre ad una real casa industriale che era forte e potente fin dagli albori del secolo ventesimo,
la Juventus è DIVENTATA la signora del calcio italiano a suon di scudetti.
Più o meno meritati, più o meno discussi e scandalosi.
Ma sempre vittoriosi alla fine e indiscutibilmente i più forti. Questa tradizione italica però non ha mai trovato adeguato riscontro e riconoscimento in Europa, dove, seppur con il nuovo arrivo negli anni 80 degli stranieri, ha potuto popolare la propria bacheca dei trofei continentali mancanti alla storia di questa società, è rimasta una specie di idiosincrasia alle vittorie continentali.
Nelle competizioni più importanti infatti, come la coppa dei Campioni o champions league, questa società ha avuto la balordaggine di macchiarsi di un paio di colpe incancellabili.
Se è vero che ogni vittoria e conquista nella vita non viene calata dall’alto, ma si conquista con lacrime, sudore e sangue, è proprio il caso di dire che la signora del calcio italiano (e solo in quello), nelle due vittorie sofferte nel massimo torneo europeo, ci ha messo sia il sangue che le lacrime.
Così nel 1985 hanno avuto la sfrontatezza di festeggiare in uno spogliatoio blindato alle emozioni e al dolore, una vittoria farsa con un rigore farsa, in una partita farsa, che fu giocata solamente per questioni di ordine pubblico, una vittoria macchiata dal sangue di 47 vittime del crollo dell’Heysel. Come dire che si passò dalla tragedia alla farsa, o viceversa.
Le lacrime furono ignorate! E gli ignobili ebbero la forza di saltare  e danzare su quelle vittime innocenti…
Undici anni dopo, in pieno scandalo EPO, il sangue appunto stavolta non versato ma sporco, veniva battuta l’Ajax ai rigori, che da sempre rivendica quel trofeo che loro giudicano, e molti addetti ai lavori con essi, impropriamente e antisportivamente assegnata alla signora del calcio italiano. 
Tanto che furono condannati per lo scandalo dell’EPO, ma passati in prescrizione per decorrenza dei termini.  Ma la condanna rimane, è li e pende come spada di Damocle sul loro onore sportivo. La vedono questa spada ogni volta che dicono di uscire a testa alta dalle competizioni europee.
Questo pedigree europeo, falsato e macchiato, spinge tutta l’Italia sportiva e antiuventina a non tacere mai di fronte alle clamorose sconfitte che questa squadra subisce in Europa. E la gioia che unisce i tifosi  è ampiamente giustificata da queste oscure macchie nere della coscienza sportiva sul bianco  candore dello sport vero.
E non è solamente la rivincita dei deboli sul forte: no, è un momentaneo riappacificare quel senso di ingiustizia che sale alle mente quando si ripensa a quei tragici avvenimenti.
Lacrime e sangue spazzate via da urla e champagne a buon mercato versato negli spogliatoi dell’HEYSEL, e alterazione dei risultati sportivi ad opera di medici incoscienti che hanno giocato sulla pelle dei loro giocatori e dei loro tesserati col doping. Fantastico Karma!

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Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.