IL TERRORISMO LEGHISTA

Buongiorno polemico popolo di italiani, gaudenti pallonari e perdenti in umanità.
Abbiamo dunque superato un ventennio e un quinquennio di benessere e boom economico, in cui i nostri governanti vedevano ristoranti pieni, navi da crociera prese d’assalto e località turistiche sold out, e siamo qui: sopravvissuti.
Adesso siamo nell’era in cui abbiamo sconfitto ed eliminato la povertà, con un 2019 che si prospetta bellissimo, e la crisi economica che comincia a spalancare le fauci.
Naturalmente ci è chiaro che non è colpa di questo improvvido e casuale governo se siamo in recessione nel 4° trimestre con il PIL al -0,2%.
Non siamo così sprovveduti da pensare una cosa del genere.
Ma neanche possiamo dare le colpe al passato, perché l’economia reale vive, da quando il capitalismo inteso in senso lavoro-capitale, ha lasciato il posto alla finanza basata solo sul capitale, con il lavoro come succedaneo, sugli scambi azionari, sui debiti pubblici delle nazioni più deboli, sul ricatto del capitale agli stati indebitati.
Per cui basta poco a spostare gli aghi della bilancia economica in negativo.
Se rallenta l’organizzazione economica di cui un paese fa parte, chi è più debole ne paga le conseguenze.
In Europa, a cui noi apparteniamo e alla quale dobbiamo rimanere strettamente ancorati, pena la nostra dissoluzione come paese vero e reale, le cose vanno a rilento.
Quasi male, con la Germania che frena bruscamente, e noi che rinculiamo all’indietro spaventosamente.
Ora non saranno certo le professioni di ottimismo del premier Conte, e nemmeno le apparizioni di padre Pio, a mettere i conti a posto.
Lo sappiamo che il debito pubblico aumenterà perché sforeremo il deficit fissato al 2,02% PIL, perché se il fattore moltiplicatore non sale, in modo inversamente proporzionale aumenterà il deficit.
Potevano fare qualcosa Gentiloni prima e Renzi poi?.
Niente, né in negativo e neanche in positivo.
Le manovre nazionali sono vincolati da parametri europei che pur rispettati con lacrime e sangue, non hanno mai portato i risultati previsti e sperati.
Adesso abbiamo una manovra che è stata duramente voluta e conquistata da questo governo, pur con tutto il gotha finanziario contrario.
Che essa sia una scommessa ardita e rischiosa lo sanno anche i bambini dell’asilo mariuccia, ma a volte il culo italico potrebbe funzionare e chissà che non dia risultati insperati.
Il buon anno bellissimo che Conte si augura, se dovesse avverarsi costringerebbe tutto il governo ad una marcia di pellegrinaggio a piedi nudi a S.Giovanni rotondo.
Invece ho l’impressione che lo faremo noi col culo per terra.
L’unico che sembra fregarsene altamente è Salvini, novello Eolo adirato, che sbatte lontano dalle coste sicule i malcapitati eroi troiani che vi cercavano approdo.
Quello sembra abbia tutte le carte in regola per vincere la sua guerra personale ai neri e a tutti i profughi, esultando ogni volta che vede una ONG all’orizzonte.
Mi fa solo rabbia vedere i suoi sostenitori che non si rendono conto che la politica non vale la vita di un uomo, e lui la sta facendo sulla pelle di ogni profugo che, novello Enea, si appressa alle coste di Ausonia.
Noi intanto si sta in pena per il pranzo che tarda a placare una fame da profugo che da circa 1 ora mi attanaglia e mi gastrifica.
Buon uicchend a tutti.

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Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.