La dottrina sul peccato originale, espressa nel Catechismo della Chiesa cattolica all’art. 390, afferma che “il racconto della caduta utilizza un linguaggio di immagini ma espone un avvenimento primordiale, un fatto che è accaduto all’inizio della storia umana”. Questo fatto rappresenta, nel linguaggio teologico, il peccato originale originante, che è fonte del peccato originale originato ovvero del fatto che ogni neonato è portatore di peccato, “tutti gli uomini sono coinvolti nel peccato di Adamo” come afferma il Catechismo. L’architrave tra peccato originante e originato è la trasmissione attraverso l’atto sessuale: è una trasmissione meccanica, che prescinde dalla soggettività. Le aporìe scientifiche contenute in questo dogma sono numerose e dimostrate. Personalmente, intendo il peccato originale come un caos originale, che è la condizione nella quale si viene al mondo. Tutto il senso della vita spirituale sta nel mettere ordine e organizzazione in questo caos. Noi siamo un sistema che deve lottare contro il disordine e impegnarsi sempre di più per portare bene e giustizia, vincendo la paura, molto legittima, del caos e delle macerie perché, affinché la chiarezza possa crescere, è necessario passare per momenti di disordine e di oscurità.
CARLO MOLARI:
La formula che definisce il peccato originale va intesa, secondo me, come espressione dell’esperienza di fede che gli uomini compivano utilizzando i modelli culturali del loro tempo. Di essa dobbiamo cogliere la verità di fondo, ovvero la consapevolezza che il nostro inizio è imperfetto e che questa imperfezione dipende anche dalle scelte sbagliate delle generazioni che ci hanno preceduto, anche senza colpa. La violenza che hanno esercitato, le guerre che hanno fatto, le idolatrie assolutizzate hanno inciso sulla nostra vita. Di questo dobbiamo renderci conto, con atteggiamento di misericordia nei loro confronti, per essere consapevoli dell’eredità che abbiamo ricevuto e del cammino che dobbiamo compiere.