Ho dormito una notte sopra la parola “sicario”. Omicida per professione, su commissione. Come medico non avendo mai fatto obiezione di coscienza riguardo l’aborto, potenzialmente lo sarei se dovessi trovarmi in una sala operatoria, e di fatto lo sono nel momento in cui firmo il certificato di interruzione di gravidanza. E in effetti è già successo. Ma vede santo padre, lei, che io considero il miglior Pontefice del mondo, visto che l’altro è in pensione, mi ha messo in un angolo. Perché io come uomo, compagno e padre, per fortuna non vi ho mai fatto ricorso personalmente, e come rimedio utilitaristico. E spero e prego che mai succeda. Sono un credente, cerco la via giusta per esserlo, e alla pari di tanti come me, sono contrario all’aborto, so cosa significa, ho negli occhi la devastazione chirurgica che subiscono i due corpi martoriati della madre e del fato, e prima ancora al dramma psicologico di chi deve farvi ricorso…Ma non ho mai pensato ai sicari. Favorevole ad una legge che in un momento così delicato possa offrire la migliore assistenza sanitaria alle donne, si. Che si faccia di tutto dal punto di vista medico per evitare l’aborto terapeutico, si. Ma i sicari cosa c’entrano? Caro papa Francesco non sto facendo una critica, sto confessando il mio disagio come medico e uomo cattolico, categoria alla quale sento di appartenere se non nella prassi almeno nelle intenzioni. E ti chiedo l’assoluzione, e di pregare per noi potenziali sicari, sicuro come sono che di Fronte al Sommo Fattore noi tutti siamo uomini e donne che sbagliamo e degni di misericordia. Misericordia che la parola sicario sembra escludere, ma per fortuna io mi sento assolto dalla mia coscienza alla quale demando il giudizio. Che non è il tuo, le tue parole sono dettate dalla durezza della dottrina e del magistero. E fai bene a ribadire la legge . Ma ci fu chi per andare contro la Legge si consegnò ai sicari. Tu sei solo e contro tutti, lo sappiamo e ti siamo vicini
noi preghiamo per te.