Il dolore del mondo

Stasera, tornando a casa, ovunque in quel momento siano i vostri figli, i nostri figli, raggiungiamoli con un abbraccio, una carezza, un bacio, una telefonata, ( non un messaggio chat). Facciamolo per amore loro e di tutti quei genitori, quelle mamme, che per un destino infame e doloroso non possono godere di questa consolazione.

Nessun gesto, nessuna parola può confortare il dolore di una mamma che ha perso un figlio.

Allora, cosa volete che possa interessare ad un cuore spezzato e disintegrato dal dolore se Dio esiste, se c’è un Dio dei vivi, di Abramo,Isacco, Giacobbe…

Cosa può dire Dio ad una mamma sprofondata nel dolore, che con occhi persi nel vuoto del suo cuore desertificato dalla tragedia, ti chiede implorante la morte per non soffrire più.

Per raggiungere i suoi amori perduti.

Quali parole posso trovare io, misero, di fronte alla grandezza e alla estrema dignità di questa richiesta?

Neanche Dio può risponderle.

Dio, se è Padre, può solo piangere con tutte le madri di questo mondo che hanno sepolto il proprio figlio, e chiedere scusa per non essere stato capace di cambiare il corso delle cose.

Io non ho potuto dire niente.

Non mi veniva in mente nessuna parola, oltre che coraggio…

Ho solo carezzato quel viso affranto, e ho fermato le mie lacrime a metà, che poi sono scese giù quando sono risalito in macchina, lasciando quella povera donna che ripeteva ad occhi chiusi la sua inutile permanenza nel mondo…

Dio, il male, il dolore innocente, la consolazione della vita eterna che diventa inutile quando si vive un inferno qua in questo mondo…

“Se credi vedrai la gloria di Dio” disse Gesù a Marta quando ordinò di togliere la pietra tombale che chiudeva Lazzaro.

Ma nessuno di noi è Gesù, il quale neanche lui poté consolare Marta e Maria, ma almeno aveva il carisma di dire ai suoi che la morte non ha l’ultima parola.

E noi?

Cosa possiamo fare noi in certe situazioni?

Cosa può un medico che vede morire tra le sue braccia e i suoi macchinari un paziente attaccato ad un respiratore?

Qualunque parola sarebbe di troppo.

Rimangono solo silenzi di misericordia e gesti di amorevole compassione. Come fece il samaritano con l’uomo ferito dai briganti.

Le parole sarebbero vuote, parole inutili, non c’è nulla che può affievolire quel dolore, quella sofferenza.

Che altro resta a me, medico e credente, uomo come tutti in preda alle mie debolezze e ai miei errori, che altro resta da fare se non piegare le ginocchia di fronte ad un dolore così pregnante di umanità ferita.

Non poteva il pensiero non andare al mio grande Manzoni guardando quella icona dolorosa e maestosa…

Potrei descrivere così, con le sue parole la stessa potente e reale immagine allora come ora.

” Una donna, il cui aspetto annunziava una giovinezza avanzata, ma non trascorsa; e vi traspariva una bellezza velata e offuscata, ma non guasta, da una gran passione, e da un languor mortale: quella bellezza molle a un tempo e maestosa … gli occhi non davan lacrime, ma portavan segno d’averne sparse tante; c’era in quel dolore un non so che di pacato e di profondo, che attestava un’anima tutta consapevole e presente a sentirlo… Passando di qui verso sera, salirete a prendere anche me, e non me sola. Così detto, rientrò in casa, e, un momento dopo, s’affacciò alla finestra, tenendo in collo un’altra bambina piú piccola, viva, ma coi segni della morte in volto….

O Signore!” esclamò Renzo: “esauditela! tiratela a voi, lei e la sua creaturina: hanno patito abbastanza! hanno patito abbastanza!”

No, non ho concluso come Renzo il mio pensare e il mio affannoso meditare; non posso farlo.

Ma il senso di sgomento della nostra piccola anima in preda al male e al dolore rimane intatto in tutta la sua crudele manifestazione.

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Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.