Una caratteristica estremamente positiva del profeta fu la aperta denuncia dell’ingiustizia sociale sostenuta sempre apertamente e duramente anche a costo della propria vita. Cosi Isaia 1,11: Amos 5, 21. Col passare dei secoli e degli avvicendamenti storici, la fedeltà a Dio cominciò a essere separata dall’amore e dalla giustizia verso gli uomini, toccando il vertice col farisaismo, in cui il primo aspetto divenne assolutamente preponderante, fino al completo sovvertimento dei valori: Dio assorbiva tutto l’uomo per se stesso non lasciando nessuno spiraglio all’aspetto sociale e alla promozione umana. Anzi in questa prospettiva, persino il piano di salvezza universale veniva sottomesso alla visione nazionalista e particolare del popolo di Israele. Con Gesù questa visione viene ribaltata, Israele cessa di essere il popolo eletto, Gerusalemme, luce del mondo, verrà distrutta, e del suo Tempio simbolo della religione giudaica non rimarrà pietra su pietra. La Legge verrà completamente superata perché è l’Uomo signore del precetto. I profeti in ogni caso non sfuggirono alla mentalità dominante dell’epoca, per cui essi non predicavano la sollevazione contro l’oppressore, ma aspettavano il Messia perché la vendetta spetta solo a Dio, che avrebbe difeso il povero e l’oppresso e castigato il potente e l’oppressore. I cambiamenti sociali cosi concepiti dai profeti differiscono fra loro, cosi si varia dalla riforma della giustizia a quelle delle istituzioni direttamente volute da Dio, oppure nella conversione (Geremia). Da più parti si spera in un nuovo Davide che possa far rispettare la Legge divina, cambiare le istituzioni, che possa far trionfare la giustizia. Si spera addirittura in una sorta di giudizio finale in cui Dio stesso giudichi i malvagi e salvi i buoni (Malachia).. E’ chiaro che sono visioni scettiche e pessimistiche in cui non si spera nell’azione dell’uomo, ma di Dio. In questo quadro si inserisce Gesù, il quale fa sua l’aspirazione profetica alla giustizia, ma agisce in modo diverso. Innanzitutto non riforma la società del suo tempo, rendendosi conto che essa è il prodotto degli stessi uomini che la formano. Per questo pone sotto processo le istituzioni che formano la società di Israele. Non si può accettare la signoria di un messia davidico, violento anche se benevolo. Non si può accettare una Legge che discrimina tra puro e impuro, che separa l’uomo da Dio, e Israele dagli altri popoli. Non si può accettare una religione che sotto il pretesto della pietà e del culto sfrutta il povero popolo. Ecco perché Gesù predica le Beatitudini, e con esse un nuovo modello di società e di uomo, un uomo nuovo che crea una nuova società in cui i cardini fondanti non saranno più i precetti della Legge ma le Beatitudini.