TRANSUSTANZIAZIONE: cosa è? Il problema è capire se è Gesù che si fa pane o è il pane che diventa Gesù. Il dogma propende per quest’ultima soluzione, pane e vino che diventano corpo e sangue di Gesù, così che le parole del maestro “Mangiate, questo è il mio corpo, Bevete, questo è il mio sangue”, sembrano trovare conferma. Allora la celebrazione eucaristica diventa un rito in cui si rende culto alla specie pane e vino perché diventano manifestazione MATERIALE di GESU’. Io propendo per la prima interpretazione che non è contro il dogma, ma rende praticabile l’eucarestia. Gesù che si fa pane significa che egli stesso ci nutre e fortifica, invitandoci, così come è nelle sue parole “Fate questo in memoria di me” non ad eseguire un culto o un memoriale, ma a diventare pane che si spezza per gli altri e che si condivde con tutti. Quindi c’è una sostanziale differenza tra le due ipotesi, senza necessariamente che l’una escluda l’altra. Se il pane e il vino si trasformano in Gesù, noi siamo in presenza del divino che richiede culto e assorbe tutto per se. Se invece è Gesù che si fa pane e noi con lui, allora non culto viene richiesto al credente, ma azione di servizio verso il prossimo, farsi pane per gli altri dopo che ci si è nutriti di Gesù simboleggiato dal pane