Dire si alla vita
Se tutta la vicenda umana di Maria, donna e madre di Gesù, fosse ascrivibile alla onnipotenza divina, tutta la storia del cristianesimo altro non sarebbe che una pantomima, invece è un grosso dire si alla vita.
In cui gli attori principali, Maria e il Figlio, sarebbero solo dei burattini nelle mani del puparo divino onnipotente.
Invece il “Sia fatta secondo la sua volontà” che Maria pronunzia a Gabriele, arriva dopo profondo e meditato silenzio.
Non sappiamo quanto dura.
Non certo lo spazio e il tempo delle righe del vangelo, ma sicuramente fu sofferto e deciso.
E in quel “Si” la donna di Nazaret ha espresso la sua libertà, la più grande, senza la quale persino l’onnipotente avrebbe dovuto declinare il suo progetto.
Maria è protagonista della sua vita, come Gesù, e come ogni uomo che dice si alla sua libertà.
Ma quella vera però.
Noi invece abbiamo rinchiuso quella donna in un recinto, seppur sacro, fatto di una devozione non per quello che essa è stata veramente, ma per quello a cui noi la costringiamo ad essere: vergine madre figlia del suo figlio, assunta in cielo incorrotta, immacolata scevra di peccato, originale o meno.
Una donna che è stata madre dal primo momento del concepimento, fino alla fine in croce del figlio, noi l’abbiamo idealizzata e teologizzata per farne una eterea figura di non si sa bene che cosa: madre degli uomini, di dio, regina di tutte le cose che ci passano per la testa, donna di apparizioni MARIANE più o meno mistiche e irreali..
Invece dovremmo solo erigerla a emblema della libera volontà e coscienza umana.
Capace di sfidare le maldicenze, le chiacchiere sul suo conto, l’infamia di un figlio creduto pazzo e poi torturato e sbeffeggiato, ammazzato in croce come l’ultimo maledetto da Dio.
E’ stata una donna libera Maria, che ha rifiutato il ruolo che la società ancora oggi vuole imporre a tutte le donne.
Ma lei ha lottato e si è emancipata. Ha goduto della vera libertà, facendosi discepola del figlio che a tale libertà la chiamava..
Quella che è libera dall’egoismo e dall’interesse personale e che diventa libertà di donarsi per il bene dell’altro.
Libertà sovrannaturale, divina, ma non per questo irraggiungibile e irrealizzabile.
Quale è la via per farlo?
L’Amore, quello che ci porta tra le braccia di Dio, e prima ancora a stringere mani sconosciute e cercare abbracci anonimi ma fraterni.