CRISI NERA….ma vera

11130151_10206994668044072_4595216802968353445_nNon è il caso di aspettare, né per scrivere questo articolo, né di perdere tempo con la squadra e il tecnico. La società in primis deve essere indignata quanto e più dei suoi tifosi nei confronti di una conduzione tecnica da brividi da parte dell’olandese perdente, e da una condizione tattica e mentale dei giocatori degni di una squadra di scapoli mercenari e  tornacontisti. Beninteso non tutti, ma se metà squadra gioca per conto suo, mentalmente staccata dai compagni, che non vogliono far reparto, o darsi una mano reciproca e spremere sudore e calcioni all’avversario, qualcosa allora non va per il verso giusto. ‘Partiamo da De Boer. Primo tempo accettabile per pressing e continuità di gioco, ma si possono perdonare tre movimenti sbagliati di un attaccante o tre cross errati per valutazione di posizione del centravanti amico;  ma un intero primo tempo vissuto all’insegna di un cross in area ogni minuto, e avere un solo uomo di punta contro tre avversari, di cui uno Alves vecchia volpe astuta, diventa un gioco asfittico e inconcludente che l’allenatore dopo 15 minuti deve correggere, altrimenti alla lunga paghi pegno. La squadra vive di difficili equilibri tattici, col 4-3-3, e sostituire Banega con Gnokouri senza apparente motivo grida vendetta al cielo di Eupalla. Banega con Joao Mario ha finalmente portato geometrie chiare al centro del campo, se pensiamo al torbido passato di Kondogbia e Guarin, e da giocatori così bisogna spremere tutto fino al 90°, altrimenti si spegne la luce. Mentre non si capisce cosa si voglia recuperare da un Eder spento dallo scorso campionato, basta guardarlo negli occhi, sembra uno di quei leoni da circo assopiti da sedativi e pasti abbondanti per capire che non sarà utile più di tanto alla causa. E intanto si tengono in panca trenta milioni di giocatore, come lo strombazzato Gabigol che si vuol fare maturare tra sconfitte e delusioni. Io fossi De Boer farei una croce sopra a queste riserve: Jovetic, D’Ambrosio, Melo, Eder, rincalzi senza futuro in questa squadra e credo altrove. Rilancerei Brozovic, che merita, e su un blocco di 14 giocatori mi giocherei il campionato e quel benedetto utopico per ora, terzo posto. A gennaio si tappa la falla Santon a sinistra, e poi si chiama un buon psicologo o coach mentale e si da una spazzata a paure e incertezze, dove chi rimane deve rimanere convinto del progetto dei cinesi, e chi non lo è venga dato via al miglior offerente. Non è più tempo di prime donne, star e scrittori da nobel di curva nord, ma di giocatori che si rimboccano le maniche e facciano pace prima di tutto con se stessi, perché moralmente sono sicuro si sentono delle pippe, e poi col calcio intero. Il mondo ride di noi, prepariamoci a ridere del mondo. Ma convintamente tutti, però! Perché senza l’Inter il calcio non ha senso.

AMALA PAZZA INTER AMALA

/ 5
Grazie per aver votato!

Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.