COS’È IL PECCATO

COS’È IL PECCATO
XXI INCONTRO BIBLICO
tenuto da Alberto Maggi
Assisi, settembre 2013

Abbiamo visto una denuncia dell’evangelista si disonoravano i genitori per onorare Dio, ma er Gesù onore a Dio e sofferenza degli uomini non possono convivere, non sono compatibili, l’argomento è talmente importante e delicato che Gesù non si limita a questa polemica con scribi e farisei ma, scrive l’evangelista, 14) Convocata la folla, diceva loro: < ascoltatemi tutti e intendete bene! Adesso Gesù farà un discorso di una importanza che valica i confini d’Israele ed è valida per tutta l’umanità: ecco perché si rivolge al popolo con quest’invito “ascoltatemi”. E quello che Gesù dice e che in questa particolare forma soltanto Mc. Il vangelo più antico ci riporta. 15) Non c’è nulla fuori dell’uomo che entrando in lui possa contaminarlo, sono invece le cose che escono dall’uomo a contaminarlo. Gesù nega il principio religioso con il quale si discrimina quello che è puro da quello che è impuro, quello che è profano da quello che è sacro, Gesù dichiara che quello che può avvicinare o allontanare l’uomo da Dio non è quello che entra dentro l’uomo, ma quello che esce. Quello che entra nell’uomo contrapposto a quello che esce, non si riferisce attenzione soltanto agli alimenti, ma a tutta la vita dell’uomo, quindi Gesù affronta il caso degli alimenti, ma il discorso è più vasto, riguarda l’atteggiamento verso le persone ed è importante, conosciamo tutti l’episodio che sconvolge la vita di Pietro, [Atti 10,9-23]. Pietro sta in una terrazza a pregare, quando improvvisamente ha fame e vede venire dal cielo una tovaglia con tutti gli animali della creazione e una voce che gli dice: <Pietro alzati uccidi e mangia>, la risposta di Pietro: <Giammai Signore, non ho mangiato mai nulla di impuro>. Per la seconda volta si ripete la richiesta, <alzati uccidi e mangia; giammai Signore, non ho mangiato mai nulla di impuro>. La terza volta il Signore che gli parla lo chiama Pietro, ricordando il suo tradimento, e il povero Pietro da quando il gallo ha cantato, quando sente il numero “tre” va in fibrillazione e capisce e che cosa fa. L’episodio va al di là dell’alimentazione, perché Pietro scende e accoglie i pagani in casa sua, una cosa inammissibile, incomprensibile, e formulerà quello che abbiamo già detto questa mattina, quella dichiarazione straordinaria: <perché Dio mi ha mostrato che nessun uomo può essere considerato impuro>, quindi Gesù sta parlando di alimenti ma la questione si allarga, si allarga all’umanità, a quelli che la religione considera impuri, esclusi da Dio. Dichiarando che non c’è nulla di esterno che possa contaminare o rendere impuro l’uomo, Gesù non si mette contro la legge orale, ma si mette contro la legge scritta, la Bibbia, la stessa parola di Dio, annullando i fondamenti della trascrizioni di purezza dell’AT e conseguentemente tutti i tabù alimentari. Quello che sta dicendo Gesù adesso è tremendo perché, ripeto non critica solo la legge orale, ma Lui mette in discussione quella che noi chiamiamo “la parola di Dio”, Ma siamo sicuri che sia parola di Dio? Stiamo a vedere? 17) Quando entrò in una casa, lontano dalla folla i discepoli lo interrogarono sul significato di quella parabola. Ma che parabola? Gesù non ha pronunciato nessuna parabola, perché i discepoli chiedono a Gesù il significato della parabola? Perché i discepoli erano pronti a rompere con la tradizione della legge orale, ma ritenevano indiscutibile quella scritta, che era ritenuta Parola di Dio e quindi non comprendono e dicono: che cos’è questa parabola che hai detto? E Gesù sbotta, 18) Disse loro: <così anche voi siete ottusi, non capite che tutto ciò che entra nell’uomo dal di fuori non può contaminarlo? La dichiarazione di Gesù è esplosiva, Gesù sta dichiarando che non c’è nulla al di fuori dell’uomo che può rendere l’uomo impuro, ma così facendo e adesso lo vedremo, entra in crisi tutto quell’impianto, quel castello che viene presentato come volontà di Dio contenuto nella Bibbia, infatti continua Gesù: 19) Perché non gli entra nel cuore, ma nel ventre e va a finire nella fogna?> Ed ecco il commento di Marco; … Dichiarava così puri tutti gli alimenti. Questa è una bomba, con deflagrazione tremenda. Ma se Gesù dichiara puri tutti gli alimenti, come la mettiamo con la Bibbia? Dove interi capitoli del libro del Levitico stabiliscono gli alimenti che si possono mangiare perché sono puri e quelli che sono proibiti perché sono impuri? Chi ha ragione? Se ha ragione Gesù dichiarando puri tutti gli alimenti la Bibbia dice il falso, se ha ragione la Bibbia è Gesù che è pazzo, ingannatore del popolo, quindi la situazione è veramente delicata, anche perché se Gesù fa una dichiarazione del genere e sta invalidando il libro del Levitico o almeno quei capitoli che riguardano il puro e l’impuro. Allora si può incominciare a dire: se questo non è valido, può darsi che ci siano altre prescrizioni nella Bibbia che non sono valide che non corrispondono alla volontà di Dio. Ma se sono invenzione degli scribi perché sono loro che hanno scritto la Bibbia, sono loro che hanno inventato queste cose attribuendole a Dio; ma allora? Allora l’autorità della Bibbia? L’autorità della parola di Dio dove va? Va a farsi benedire? Quindi vedete che la situazione è delicata, ha ragione Gesù dicendo come scrive l’evangelista: dichiarava così puri tutti gli alimenti: allora è falso quello che scrive il libro del Levitico o ha ragione la parola di Dio contenuta nel libro del Levitico ed è falso Gesù? La scelta non è facile perché le conseguenze possono essere devastanti, qui è importante saper discernere anche per noi oggi, per Gesù è chiaro, qui capitoli non corrispondono alla volontà di Dio.
Allora tutto quell’insieme di libri che noi chiamiamo in maniera uniforme “Parola di Dio”; quando è veramente parola di Dio? Quanto contiene di tradizione degli uomini, di superstizioni, di tabù? Quale criterio abbiamo noi per discernere nell’AT quello che è veramente parola di Dio, che comunica vita, e quelle che sono quelle che Gesù dice: falsità, tradizioni, invenzioni degli uomini? Già Dio stesso, attraverso il profeta Geremia, aveva profetato contro gli scribi che si rifanno sempre alla Legge, <ma quale Legge, quella che avete scritto voi con la penna menzognera>, La Legge non è piovuta dal cielo, è stata scritta da qualcuno? È stata scritta dagli scribi. E se avessero falsificato per il proprio interesse la volontà di Dio? Allora il tema è delicato ed è attuale, come facciamo a distinguere e autenticare le pagine dell’AT come parola di Dio, che è valido, da quello che non è valido? Il criterio è quello seguito da Gesù, tutto quello che concorre (e c’è né) al bene dell’uomo, che libera l’uomo, che reca beneficio all’uomo, questo viene senz’altro da Dio, ma tutto quello che condiziona, non rende libero l’uomo, non lo rende felice, tutto questo assolutamente non viene da Dio: il criterio è il bene dell’uomo. Quindi Gesù, dichiarando puri tutti gli alimenti, si mette contro la teologia del libro del Levitico. Ma chi osava affermare una cosa tanto sacrilega, era immediatamente condannato a morte; se qualcuno osava dire che anche solo una parola della Bibbia non proveniva da Dio, ma che qualcuno l’aveva scritta, era un bestemmiatore e veniva condannato a morte. Allora Gesù continua: 20) Ciò che dentro all’uomo questo si contamina l’uomo, 21) dal di dentro infatti, cioè dal cuore (ripeto il cuore è la coscienza) …escono le intenzioni cattive, ed ecco quello che noi chiamiamo peccato. È un elenco di 12 atteggiamenti, sei al plurale e sei al singolare, 12 atteggiamenti che rendono impuro l’uomo. Da notare che, per Gesù, quest’elenco non riguarda il rapporto con la divinità; nessuno di questi 12 atteggiamenti riguarda la relazione con il culto, con la religione, con la liturgia, ma sono tutte atteggiamenti che danneggiano, fanno del male agli uomini. Teniamo presente che a quell’epoca avevano delle tecniche oratorie e una tecnica oratoria era, quando c’è un elenco di nomi i più importanti, quelli che vengono poi sempre ricordati, sono quello che sta al primo posto e quello che sta all’ultimo, quelli in mezzo uno si può confondere, ma il primo e l’ultimo sono i più importanti, e vedremo che c’è una stretta relazione tra il primo e l’ultimo. Allora vediamo quali sono per Gesù quegli atteggiamenti che rendono impuri l’uomo: … prostituzioni, attenzione, è al plurale, è vendersi per interesse non riguarda solo l’esercizio della prostituzione, ma riguarda tutti quelli che per interesse, per ambizione, per vanità, per la carriera vendono se stessi; quindi attenzione a non limitare, lo dico perché c’è un po’ di tensione quando si fa quest’elenco e si è curiosi di sapere quali sono gli atteggiamenti che ci rendono impuri e quando pronuncio il primo “prostituzioni” normalmente c’è un sospiro di sollievo da pare delle persone per bene; almeno in questo non ci sono. Attenzione, non riguarda solo l’esercizio della prostituzione, riguarda vendersi per interesse; eeeh! se ce ne sono? …furti; omicidi; adulteri; cupidigie; che significa l’accumulo dei propri beni, per se; …malvagità; che non ha il significato della persone maligna, a quel tempo il mondo ebraico è un mondo molto
concreto, per dire avaro si diceva che era colui che aveva l’occhio cattivo, perché l’occhio cattivo? Perché se conoscete degli avari vedete che hanno sempre lo sguardo sospettoso, diffidano di tutto e di tutti, se incontrate un avaro, per carità, non salutatelo e tanto meno salutatelo con un sorriso. Non solo non gli fate piacere ma lo gettate nel panico, dice: oddio mi ha salutato, mi ha pure sorriso cosa vorrà da me! Quindi l’avaro è quello che è sempre con l’occhio cattivo, lui vede tutto male, perché vede tutto come un attentato alla propria fortuna: questa la malvagità. …inganno; impudicizia; invidia; calunnia; superbia. E l’ultimo, abbiamo detto che in un elenco il primo e l’ultimo sono collocati i più importanti perché sono quelli che si ricordano …stoltezza. Cioè la stupidità, ma che cos’è la stoltezza nei vangeli? La stoltezza nei vangeli è quella della persone che accumulano per sé senza condividere con gli altri, lo stolto è quello che ha tutto, ma si riduce a non avere niente. È, come abbiamo sentito nel vangelo di qualche domenica fa, l’uomo che accumula per sé: ha un bellissimo raccolto non pensa a condividere con gli altri, non pensa a dare a chi è bisognoso. Bene, il Signore dice: stupido, stanotte stessa creperai e tutto quello che hai accumulato per chi sarà? Quindi vedete che c’è una relazione tra il primo e l’ultimo che è sempre l’avidità. Dio è amore generoso che si mette al servizio degli altri, il contrario di Dio è l’egoismo di chi vede la vita delle persone soltanto per sé e, conclude Gesù e concludiamo anche noi,23) Tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro e contaminano l’uomo. Quindi nell’elenco dei 12 atteggiamenti che noi oggi possiamo definire “peccato” secondo la categoria ebraica: puro e impuro, nulla riguarda l’atteggiamento verso la divinità ma tutti atteggiamenti che fanno male agli altri. Quindi, per Gesù, la distinzione tra il puro e l’impuro non procede da Dio; l’impurità nasce dalla cattiva relazione con gli altri uomini, quello che ostacola o impedisce il rapporto con Dio è farsi danno e farlo agli altri e poi Marco conclude dicendo:
24) Poi Gesù partì di là e andò verso la regione di Tiro cioè nel Libano, Gesù l’ha sparata talmente grossa che ha pensato fosse bene rifugiarsi all’estero, perché, ripeto, chi osava dire che nella Bibbia non è tutta parola di Dio, questo veniva immediatamente messo a morte.

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Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.