Sono un italiano medio, sia come ceto sociale, come livello di intelligenza e come capacità personali. Uno di quelli che ha sempre stimato i partiti in base a ciò che si proponevano di fare per il benessere delle classi medio basse, non servi dei forti e senza parvenza di interessi personali, che fanno della politica il mezzo più usato per curarli in barba al “popolo” e alla Costituzione. Ecco perché ho sempre guardato con stima al PCI di Berlinguer prima e al PDS di Occhetto e D’alema poi, fino a Prodi e Letta. Poi mi sono fermato bruscamente e son rimasto “tra color che son sospesi”, perplesso, tra una politica che vedeva il ritorno di Berlusconi o dei diversamente berlusconiani, fare la parte degli statisti, dopo avere affermato, ridicolizzando la giustizia e il parlamento, che Ruby era la nipote di Mubarack, o che la Costituzione era roba vecchia da mandare in soffitta. Son rimasto tra coloro che sono sospesi e sorpresi, nel vedere una lunga marcia di consunzione nel deserto di un partito, il PD, il cui leader maximo aveva fatto fuori in una notte di esagerata follia tutti i suoi oppositori interni e la vecchia guardia, presentando una lista di eleggibili alle politiche che non fossero se non i suoi pretoriani. In un clima da proporzionale vecchio stampo, le elezioni del 4 marzo hanno sancito la clamorosa e attesa sconfitta del PD e del suo reggente, e la vittoria del movimento 5 stelle. Era cosa buona e giusta una alleanza tra il primo e il secondo partito, in un clima di riconciliazione e in nome di una politica del buon interesse della nazione. Ma siamo italiani, e oltre ad avere il famoso “culo italico” che ci salva nelle occasioni più disparate, abbiamo anche il cervello grosso che ci fa complicare le situazioni più disperate. Niente governo 5 stelle-PD e nasce un mostro giallo-verde con la Lega. Da buon elettore di sinistra faccio questa lunga riflessione. Si voterà per le europee, e lasciamo stare berlusconi che si presenta non sappiamo bene per chi. Si prospetta un trend che vede Salvini e la lega trionfare, il movimento 5 stelle cedere metà dei suoi voti, un PD stabile sui numeri delle politiche scorse o forse meno. Forzaitalia sotto le due cifre. In questo quadro si sta svolgendo il congresso per le elezioni del segretario PD, con due candidati di Renzi schierati a fronteggiare il quasi sicuro vincente Zingaretti. Renzi nel mentre che fa? Lui fa il tour dell’Italia, promuovendo se stesso, come sempre ha fatto, malato di cesarismo e personalismo, lasciando ai suoi vice il compito di portare al nuovo segretario i numeri dentro un partito di coloro che faranno opposizione a Zingaretti. Arriveremo così alle probabili elezioni politiche in autunno. I 4 schieramenti con questa legge proporzionale al 75%, arriveranno con queste probabili voti: la Lega sarà il primo partito intorno al 35%, il movimento sul 20%, idem PD, generosamente forzaitalia attorno al 10%. Escludendo che la Lega non arrivi al 40% necessari per la maggioranza assoluta e per la massima disperazione nostra, abbiamo queste ipotesi di maggioranza: lega-5 stelle, lega-Pd. Visto il fallimento che si prospetta per questo attuale governo e questa maggioranza, sarebbe improponibile riproporla al capo dello stato dopo natale 2019. Allora, ecco la NEMESI: avremo finalmente un governo LEGA-PD. Pensateci bene: tra i due partiti non volano insulti diretti come tra 5 stelle e Pd in passato. Il pd non può aspirare ad avere una maggioranza con forzaitalia, i numeri sono difficili da raggiungere ( si tratterebbe di avere il 50% in due che adesso sono si e no al 25%), e il PD non può permettersi ancora una stagione lunga e arida di opposizione e pop corn, pena la fine e la scissione coi renziani. E sarebbe ora di farla questa scissione! Mi sembra già di vedere tutti noi antirazzisti e buonisti, e cazzisti fare i salti di gioia per questa alleanza coi leghisti, fascisti e fancazzisti, che sulla via di Emmaus li convertiamo al buonismo e ai colori della pelle che non è solo bianco e nera. E indosseremo le felpe di Salvini con su scritto: basta pop corn, vogliamo la piadina padana. E poi giù tutti felici a votare per il TAV, per il decreto Pillon, per Formigoni libero e Casini a radio padania. In attesa di emigrare, buon domenica cari elettori
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