Castità e bigottismo

Buon giorno a tutti. A proposito di castità (e bigottismo), ecco un passo che mi sembra interessante di un grande teologo tedesco del XX° secolo, Scrive Bonhoeffer dal carcere di Tegel, all’amico Bethge” Se tu parti alla ricerca della verità, impara soprattutto la disciplina dei sensi e dell’anima, affinchè i desideri e le tue membra non ti portino ora qui ora là….Nessuno apprende il segreto della libertà se non attraverso la disciplina.” Un altro pensiero ribadisce il tema secondo cui essere cristiano non vuol dire tanto evitare il peccato, quanto fare con coraggio e attivamente la volontà di Dio.” Per la castità l’essenziale non è una rinuncia al aò piacere, ma l’orientamento complessivo della vita verso un fine. Dove questo manca, la castità decade inevitabilmente nel ridicolo. La castità è il presupposto per pensieri chiari e alti”. ….” Sulla strada della libertà la morte è la festa suprema”. Tratto da BONHOEFFER, la vita del teologo che sfidò Hitler, Fazi editore.

Qui la castità è intesa non come penosa astensione dal piacere, ma come educazione delle membra del corpo e dello spirito a tendere ad un fine e uno scopo preciso, senza distrazioni. Cosi come essere cristiano non deve essere teso ad evitare il peccato, ma ad agire coraggiosamente per attuare la volontà di Dio. Bonhoeffer entrò nella congiura per uccidere Hitler, convinto che quella fosse la volontà di Dio, che lo chiamava a tale atto che gli doveva costare la vita. Non omicida dunque, ma martire del nazismo, a cui egli si oppose fermamente da quando tale folle ideologia tradotta in politica e guerra prese il potere in Germania. Fondò la Chiesa Confessante contrapposta alla Chiesa del Regime, contro cui incessantemente si oppose, cercando anche sul piano internazionale gli appoggi contro Hitler. Se tutto fu vano per l’omicidio di Hitler, non fu vano il suo sacrificio, e dal carcere egli ha lasciato preziose testimonianze di come la vita e il dolore non possono mai fiaccare la resistenza dell’uomo di fede, che solo alla morte si arrende come l’ultimo passo gioioso verso la libertà

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Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.