APPARE una nuvola ed è miracolo….

1 Re 18:16-46 Elia disse ad Acab: «Su, mangia e bevi, perché sento un rumore di pioggia torrenziale». 42 Acab andò a mangiare e a bere. Elia si recò alla cima del Carmelo; gettatosi a terra, pose la faccia tra le proprie ginocchia. 43 Quindi disse al suo ragazzo: «Vieni qui, guarda verso il mare». Quegli andò, guardò e disse. «Non c’è nulla!». Elia disse: «Tornaci ancora per sette volte». 44 La settima volta riferì: «Ecco, una nuvoletta, come una mano d’uomo, sale dal mare». Elia gli disse: «Va’ a dire ad Acab: Attacca i cavalli al carro e scendi perché non ti sorprenda la pioggia!». 45 Subito il cielo si oscurò per le nubi e per il vento; la pioggia cadde a dirotto. Acab montò sul carro e se ne andò a Izrèel. 46 La mano del Signore fu sopra Elia che, cintosi i fianchi, corse davanti ad Acab finché giunse a Izrèel.
Questo episodio legato ad uno dei profeti di Javhè il più sanguinario dopo Mosè, cioé Elia, che in precedenza nel torrente Kison scannò 450 profeti di Baal, dopo che avevano fallito la “prova del fuoco” sul monte Carmelo, viene legato con molta larghezza di genio e molto postumo ad un particolare appellativo della Madre di Gesù il Nazareno: la Madonna del Carmelo. Vedere nell’episodio della siccità e nella nuvoletta che vien dal mare l’immagine della Madre di Gesù, che viene a rendere fertile la terra con il Figlio dell’Uomo che nascerà da lei, mi sembra una bella immagine poetica ma senza fondamento alcuno teologico. Se anche si volesse legare questo episodio alla figura di Maria gli esegeti che hanno fatto questa ardita operazione hanno di fatto anticipato e assecondato le visionarie apparizioni che da secoli contraddistingue la devozione popolare nei riguardi della Madonna, anche quella che certificò la presenza e l’apparizione del 16 luglio 1251 ad un frate carmelitano, facendo si che la ragazzina di Nazaret, da opera prima e più importante della fantasia del Padreterno, è diventata il soggetto più fantasioso della religione cattolica, che le attribuisce titoli e soprannomi a chi più ne ha più ne metta.

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Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.