Bisogna guardare la realtà nel suo insieme e nella sua totalità. Solo cosi possiamo comprenderla, essendo essa il risultato di tante contraddizioni e di un succedersi di eventi che solo uno sguardo d’assieme può permettere di valutare in pieno.
Una persona vale per quel che fa, non per quello che ha, e posso dire con assoluta sincerità che lo sempre agito cercando di non fare mai il male, evitando di nuocere agli altri, di pesare e gravare sulle spalle altrui, non chiedendo mai oltre il limite del necessario.
Non ho mai posto nei confronti delle persone interessi personali, avrei potuto volgere a mio favore situazioni vantaggiose, ma non l’ho fatto, perché ho sempre rispettato la volontà libera degli altri e i sentimenti miei e di chi mi sta di fronte.
La vita è vissuta nelle incertezze del futuro, solo la fede dà speranza al domani, perciò non dobbiamo aggiungere affanni al giorno che trascorre, avendone la vita di suoi, e dobbiamo avere fiducia nel Padre che conta pure i nostri capelli, e poiché Egli nutre gli uccelli che non seminano e veste i gigli dei campi, a maggior ragione ha cura di noi uomini.
Penso che affrontare i giudizi degli uomini sia la cosa più difficile, neanche un certo Gesù di Nazaret è sfuggito a questa incombenza; ecco perché sono convinto che non affronteremo un giudizio di Dio, perché il giudice in terra svolge il suo ruolo per il fatto che è stato Dio a rifiutarlo.
Dio ha mandato il Figlio per salvare l’uomo, non per giudicarlo, questo giudizio è stato lasciato agli uomini perché fosse esercitato non in nome di una giustizia di Dio, ma degli uomini. E gli uomini giudicano con un metro che è quello del loro interesse, con la loro misura, il loro tornaconto, che non potrà mai essere quello di Dio, la cui essenza e misura è l’amore.
E l’amore non comporta il giudizio, ma la misericordia e l’accoglienza. Solo la giustizia dell’uomo può concepire per Dio un giudizio, una condanna e un premio, non certo un padre- Dio che attende con pazienza il ritorno come il padre misericordioso nella parabola del figlio perduto e ritrovato. Solo la giustizia dell’uomo può concepire un Dio che giudica, che somministra una condanna e un premio, non certo Dio che attende con pazienza il ritorno come il padre prodigo e misericordioso nella parabola del figlio perduto e ritrovato.