Amore e giudizio

Bisogna guardare la realtà nel suo insieme e nella sua totalità. Solo cosi possiamo comprenderla, essendo essa il risultato di tante contraddizioni e di un succedersi di eventi che solo uno sguardo d’assieme può permettere di valutare in pieno.

Una persona vale per quel che fa, non per quello che ha, e posso dire con assoluta sincerità che lo sempre agito cercando di non fare mai il male, evitando di nuocere agli altri, di pesare e gravare sulle spalle altrui, non chiedendo mai oltre il limite del necessario.

Non ho mai posto nei confronti delle persone interessi personali, avrei potuto volgere a mio favore situazioni vantaggiose, ma non l’ho fatto, perché ho sempre rispettato la volontà libera degli altri e i sentimenti miei e di chi mi sta di fronte.

La vita è vissuta nelle incertezze del futuro, solo la fede dà speranza al domani, perciò non dobbiamo aggiungere affanni al giorno che trascorre, avendone la vita di suoi, e dobbiamo avere fiducia nel Padre che conta pure i nostri capelli, e poiché Egli nutre gli uccelli che non seminano e veste i gigli dei campi, a maggior ragione ha cura di noi uomini.

Penso che affrontare i giudizi degli uomini sia la cosa più difficile, neanche un certo Gesù di Nazaret è sfuggito a questa incombenza; ecco perché sono convinto che non affronteremo un giudizio di Dio, perché il giudice in terra svolge il suo ruolo per il fatto che è stato Dio a rifiutarlo.

Dio ha mandato il Figlio per salvare l’uomo, non per giudicarlo, questo giudizio è stato lasciato agli uomini perché fosse esercitato non in nome di una giustizia di Dio, ma degli uomini. E gli uomini giudicano con un metro che è quello del loro interesse, con la loro misura, il loro tornaconto, che non potrà mai essere quello di Dio, la cui essenza e misura è l’amore.

E l’amore non comporta il giudizio, ma la misericordia e l’accoglienza. Solo la giustizia dell’uomo può concepire per Dio un giudizio, una condanna e un premio, non certo un padre- Dio che attende con pazienza il ritorno come il padre misericordioso nella parabola del figlio perduto e ritrovato. Solo la giustizia dell’uomo può concepire un Dio che giudica, che somministra una condanna e un premio, non certo Dio che attende con pazienza il ritorno come il padre prodigo e misericordioso nella parabola del figlio perduto e ritrovato.

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Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.