Affidarsi

AFFIDARSI ALL’AMORE DI DIO (Carlo Molari)

Quando ci affidiamo all’Amore intendiamo consentire che l’energia creatrice diventi in noi azione nuova.
Dio non può amare al nostro posto o aggiungere dall’esterno una qualità nuova alla nostra vita, o far piovere dal cielo una persona inedita.

L’azione creatrice fa crescere l’umanità dal di dentro.
È necessario perciò che vi siano ambiti in cui i rapporti siano vissuti nell’orizzonte teologale, nella convinzione, cioè che ciascuno possa offrire ad altri una forza di vita per la crescita definitiva.

Posso vivere ogni rapporto nella consapevolezza che la persona che mi sta dinnanzi con il suo gesto, il suo pensiero, la sua esperienza mi offre doni di Vita per crescere.
Anche se la persona è diversa da me, anche se pensa in modo opposto, al limite, anche se mi odia, posso vivere quella situazione in modo positivo, se mi affido, cioè se mi apro all’azione di Dio, che anche lì è presente.

Non perché Dio voglia l’odio o il disprezzo, ma perché il suo amore è più forte dell’odio degli uomini.
La sua azione perciò può farmi pervenire doni di vita anche in una situazione negativa o che io considero tale.

Gesù è pervenuto ad un atto supremo di amore proprio in una situazione di violenza e di odio.
Gesù è pervenuto a una forma radicale di amore perché la situazione di violenza e di odio esigeva una qualità d’amore, in altre circostanze forse mai richiesta.

Credo si possa dire che il tipo di amore che Gesù ha esercitato sulla croce prima non l’aveva mai esercitato in quella profondità e in quella misura.
Era una situazione che richiedeva e quindi rendeva possibile una fedeltà all’Amore, un’accoglienza dell’azione di Dio così profonda e radicale, da esprimersi in una misericordia straordinariamente efficace.

In questo senso la Croce è simbolo di un affidamento a Dio senza riserve, senza ipoteche, senza ricatti.
Simbolo di gratuità pura.

Quando l’amore giunge ad essere radicalmente gratuito esprime la piena maturità della persona.

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Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.