2021

Lettera aperta al duemilaventuno
Per niente Caro 2020.  Sarai ricordato male nei prossimi secoli a venire, come ricordati male sono certe date, come il 476 D.C. anno della caduta dell’impero romano d’occidente, o come la peste nera nel 1357.
Hai combinato un sacco di guai, e non hai mosso un dito dei tuoi dodici per evitare i drammi che ti hanno caratterizzato.
Ti rendi conto che mezzo mondo ti maledice e l’altro mezzo piange per causa tua?
Ma insomma l’unica cosa positiva che lasci è la fine della comica presidenza Trump.
per il resto ‘na tragedia…
Ma si’ pesante assai eh?
Mooh  basta veramente però, cerca di piantarla li e portati via le tue malefatte.
Sciò sciò, pussa via di qua, brutta bertuccia.
E ora due paroline al nuovo arrivato.
Caro 2milaventuno ti sei messo in cammino per giungere puntuale all’appuntamento della mezzanotte del 31 dicembre.
Già con quei numeri che ti porti dietro dall’anno passato da poco, non è che tu ispiri tanta fiducia, comunque provaci.
Ti avviso che se non sei pronto a ribaltarmi il 2020 maledetto con quel che mi ha donato, o meglio tolto, vengo li e ti faccio un culo così, e se non bastasse ti scompiglio tutti i mesi del calendario.
Per non dire poi che non ti facciamo arrivare manco a ferragosto, ti accorciamo i tempi, sette mesi, toh, e poi via, fora de ball..
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Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.