Lc 24,46-53. La promessa dello Spirito

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti il terzo giorno e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. E io manderò su di voi quello che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».
Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse.
Mentre li benediceva, si staccò da loro e fu portato verso il cielo.
Ed essi, dopo averlo adorato, tornarono a Gerusalemme con grande gioia; e stavano sempre nel tempio lodando Dio.

Nonostante Gesù non abbia mai accettato il ruolo di Messia che il popolo di Israele attendeva, trionfante e potente come Davide, dopo la sua morte e resurrezione egli stesso ci ricorda l’altra faccia di Davide nella figura del servo sofferente e nel Davide perseguitato e desolato, abbandonato da tutti e schernito dai suoi persecutori nemici. L’evangelista Luca sottolinea molto questo aspetto, e di questo vuole che siano testimoni i suoi discepoli, quando Gesù dice loro “mi sarete testimoni” che adesso colui che era il condannato in croce viene esaltato alla destra di Dio nella sua gloria. E per convincere del tutto della sua resurrezione i suoi discepoli, Luca descrive con gesti quotidiani l’agire di Gesù che siede a tavola coi suoi e mangia del loro cibo. E’ chiaro che ciò che viene descritto da Luca non è l’esperienza sensoriale fatta dagli astanti che fecero sì esperienza del risorto ma non in maniera sensibile ma che andava aldilà dei sensi umani. Gesù quindi invita i suoi a rimanere in città finché non verranno investiti dall’alto dalla potenza dello Spirito Santo consolatore che verrà loro inviato dopo la sua partenza. E’ un invito a non pensare che tutto finisce con la sua ascesa al cielo, ma che lui sarà con noi per sempre. Questo avverrà tramite lo Spirito che Gesù stesso manderà ai suoi discepoli. Detto ciò “condusse” i suoi fuori”, verso Betania. Luca usa il verbo condurre che sta ad indicare il gesto di Dio che conduce il suo popolo dall’Egitto verso la terra promessa, così come adesso Gerusalemme era terra di morte e oppressione, condurli fuori città significa portarli verso la libertà. Betania è il luogo dell’unzione di Gesù con l’olio come Messia da parte di Maria sorella di Lazzaro, quando egli stesso annunziò che quel gesto sarebbe stato ricordato per sempre. Dopo alzò le mani e li benedisse e nel mentre si allontanò da loro. L’esperienza del risorto descritta da Luca che riguarda i discepoli di Gesù viene descritta in termini reali, anche se non possibile sensorialmente. Ma li segna in modo definitivo. Purtroppo a conferma di quanto ancora la loro fede fosse debole e incerta, tornano al Tempio di Gerusalemme che viene considerato ancora da loro il centro della istituzione religiosa, e nonostante da li sia partita la condanna a morte del loro maestro, in quel “luogo” essi tornano per innalzare lodi al Signore e attendere la venuta dello Spirito promesso

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Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.