Oggi non so che giorni mi aspettano, uno di quei giorni che ti passano sopra e non sono leggeri ma ti attraversano l’anima, il cervello, ti prendono al petto e ti stringono in una morsa indecente di attesa e timore. Perché SEI COSCIENTE della tua impotenza e dipendi solamente da altri, persone a te estranee, che non c’entrano nulla con la tua vita, col tuo destino fatto di scelte e di errori, ma che comunque è il tuo destino, che loro hanno in potere di manipolare, sconvolgere, dissolvere. E dicono di agire in nome della giustizia e della Legge, una legge fatta di articoli e codici che quando viene rispettata è per lo più per far valere i diritti del più forte o del più furbo, quasi mai della persona onesta o di chi ha fatto nella sua vita la scelta di non operare il male. Eppure bisogna nutrire la fede nella giustizia degli uomini, surrogato di quella divina che arriva sempre, ma mai secondo i nostri progetti e le nostre programmazioni. Intanto subiamo umiliazioni, imposizioni, torture psicologiche in suo nome, e attendiamo un giudizio, non speranzosi di risarcimento, ma certi di un dovere svolto come doveva essere, e sicuri che già l’ingiustizia ha fatto il suo corso nello svolgersi di questi anni in cui il nome e l’azione del sottoscritto sono stati dati in pasto agli avvoltoi che ne fanno strame. Spero solo che tutto possa rinascere a nuova vita come un’araba fenice, e che ci sia sempre un motivo e un modo per trovare forza e slancio vitale, non dimenticando mai che sempre la vita merita di essere amata per quel che da. E in ogni caso “portae inferi Non Praevalebunt:”
ADESSO DEVO
