Un dio tra noi

L’ attività terrena di Gesù segna una svolta nelle tradizioni religiose ebraiche del tempo.
Tutto ciò che sembrava assodato e stabilito una volta per sempre dalla Legge immutabile di Dio, trasmessa a Mosè, viene sconvolto e stravolto.
Trema il potere religioso, fin dall’annunzio della nascita del bambino in una casa di Betlemme, e con essa il potere politico.
Con Gesù muore la religione, intermediaria tra l’uomo e Dio, che assorbe le capacità dell’uomo fino a farne servo e schiavo, e nasce la fede, la libera risposta dell’uomo alla accoglienza dell’amore gratuito di Dio.
Non più la Legge, il Tempio, il sacerdote, ma il cuore dell’uomo che ama è la manifestazione visibile della gloria di Dio.
Scrive Juan Mateos ne Il Figlio dell’Uomo:
“Gesù non commentava la Scrittura, la citava in qualche occasione, ma non prendeva da essa la sostanza del suo pensiero, né i modelli dei suoi discorsi.
Non annunciava la Legge, qualche volta lodò o precisò la portata di alcuni suoi precetti, ma la fedeltà alla Legge non costituiva l’oggetto abituale dei suoi insegnamenti: non era moralista,
Nemmeno l’assiduità alla pratica religiosa del culto costituiva la preoccupazione predominante della sua predicazione.
Dio non risiedeva più nel passato, non si faceva vedere, udire e celebrare nel recinto sacro della Scrittura, della Legge e del culto, bisognava scoprirlo nel futuro, liberamente, infatti la religione tradizionale veniva privata del privilegio di esprimere Dio”.

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Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.