SALMO 17

1 Ascolta, Signore, la mia giusta causa,
sii attento al mio grido.
Porgi l’orecchio alla mia preghiera:
sulle mie labbra non c’è inganno….

8 Custodiscimi come pupilla degli occhi,
all’ombra delle tue ali nascondimi,
9 di fronte ai malvagi che mi opprimono,
ai nemici mortali che mi accerchiano.

10 Il loro animo è insensibile,
le loro bocche chiuse nel loro grasso
parlano con arroganza.
11 Eccoli: avanzano, mi circondano,
puntano gli occhi per gettarmi a terra,

12 simili a un leone che brama la preda,
a un leoncello che si apposta in agguato.
13 Àlzati, Signore, affrontalo, abbattilo;
con la tua spada liberami dal malvagio,

14 con la tua mano, Signore, dai mortali,
dai mortali del mondo, la cui sorte è in questa vita.
Sazia pure dei tuoi beni il loro ventre,
se ne sazino anche i figli e ne avanzi per i loro bambini.

15 Ma io nella giustizia contemplerò il tuo volto,
al risveglio mi sazierò della tua immagine.

DAL SALMO 17

All’attacco dei nemici, il giusto non si fa vendetta, ma confida nella giustizia del Signore.
Non l’arroganza dei nemici, ma la consapevolezza di essere giusto davanti alle loro accuse porta il salmista a chiedere con insistenza giustizia da Dio.
Perché egli si è guardato bene dal percorrere le vie della violenza e della cupidigia e della menzogna che hanno caratterizzato la vita dei suoi accusatori.

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Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.