L’utopia del regno di Dio o società nuova, Gesù la incarna nelle beatitudini, nelle otto del vangelo di Matteo. Ecco come sono strutturate. La prima e l’ultima entrambe al presente, ” perché di essi è il regno dei cieli” inquadrano le altre sei. Le sei sono intercalate a gruppi di tre: 2, 3, 4. esprimono al futuro il passaggio da una situazione negativa ad una positiva ( dalla sofferenza alla consolazione, dalla sottomissione alla libertà, dall’ingiustizia alla giustizia). Il secondo gruppo di tre, 5, 6, 7, esprimono tre modi essere e agire positivi ( aiuto per quelli che aiutano, visione di Dio per coloro che agiscono con sincerità o purezza di cuore, condizione di figli Dio per quelli che lavorano per la pace). La prima beatitudine è condizione irrinunciabile per instaurare la signoria di Dio: rinunciare alla ricchezza e al potere che ne deriva, quindi scegliere una povertà speciale, che non è spogliarsi ma dedicarsi a vestire gli ignudi, farsi poveri per essere vicini alla povertà degli altri. Questa scelta che si fonda sulla povertà si ispira all’amore per l’umanità oppressa e al desiderio di pace e giustizia. Si tratta di abbattere quella barriera che divide gli uomini tra il loro essere e il loro avere, sconfiggendo l’egoismo con un atto d’amore. Non un invito ascetico alla povertà individuale, ma dentro un gruppo umano che possa essere germe di una nuova società, In tal modo Dio regna sugli uomini comunicando il suo Spirito vita, stabilendo una nuova relazione Padre- figlio. Da tale spirito condiviso nasce la solidarietà-amore che assicura il sostentamento di tutti e il pieno sviluppo personale.
( gioacchino la greca)