Mt 23,1-4 Teologia e politica

Dal Vangelo secondo Matteo

1″ Allora Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: 2 «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. 3 Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno. 4 Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito”.

 

Facciamo che Gesù di Nazaret lancia questa filippica sui farisei e sugli scribi al giorno d’oggi?
A chi la indirizzerebbe?
Chi sarebbero coloro che parlano e non fanno, legano fardelli sulle spalle della gente senza che loro muoverebbero un dito per spostarli?
Noi ebeti e analfabeti funzionali, ascoltiamo e ci beiamo di quelle parole, ignoranti e ignavi.
Non ci accorgiamo che attorno a noi, altri come noi fanno le cose di cui il maestro rimprovera aspramente.
Non facciamo finta di non capire perché sappiamo bene che l’indice è rivolto a noi.
Siamo bravi nel giudicare gli altri, ma guai a sentirci giudicati noi, o chiamati alle nostre responsabilità.
Maestro, sono forse io colui che ti tradirà?
Ma quanto mai, io non posso tradirti, semmai lui, quello che ti sta accanto.
E poi, se anche succedesse, guarda che la colpa non è mia, è stato lui a incitarmi. Si, siamo proprio così.
Ci portiamo dietro il peccato originale, ma non come colpa e condanna, ma come tentativo maldestro dell’umana genìa di scaricare su un altro le responsabilità personali.
Come Adamo, che accusò Eva, e questa non trovò di meglio che accusare quella povera bestiola del serpente, condannato dal gioco dello scaricabarile ad essere in eterno il raccoglitore delle nefandezze dell’essere umano.
Che si salva addossando e scaricando su altri le sue colpe.
Stiamo inquinando l’ultimo oceano?
Colpa del progresso.
Stiamo distruggendo le foreste?
Colpa della cultura che vuole libri di carta e carta igienica, perché magari i tablet e gli ebook li abbiamo, ma la carta igienica elettronica…
Inquiniamo l’aria delle città? Colpa delle auto diesel.
Ho mai pensato che potesse essere anche colpa mia che non uso mezzi pubblici o bici per andare a lavorare a 500 metri da casa?
Ah, si, poi si bloccano con la neve i mezzi pubblici.
Ma allora che minchia c’entra tutto sto sperpero di mezzi pubblici se poi le aziende comunali falliscono o non sanno garantire un servizio con 20 cm di neve?
Posso capire la signora in vacanza in Marocco che rimase tutto il periodo a letto perché trovò 20 cm di Neve, ma i mezzi pubblici no, eh?
Allora prima di dare la colpa ai neri che stanno in hotel e i terremotati in tenda.
Prima di gridare allo scandalo se un altro fa cose turche, come Erdogan che augura alla bambina di essere martire.
Prima che sia troppo tardi per tutto, e ognuno di noi perda il senso di se stesso e della sua appartenenza ad un mondo che deve essere di eguali e liberi ( toh, mi è venuta pure la pubblicità occulta), ascoltiamo il maestro.
Solo lui ascoltate, disse la voce della nube che avvolse gli sprovveduti sul monte della trasfigurazione.
Ascoltiamolo e facciamo tesoro delle sue parole che ci invitano ad essere misericordiosi, accoglienti, amorevoli con tutti.
Cerchiamo di essere degni di chiamarci uomini, custodendo il mondo che ci è stato affidato e il prossimo che deve essere amato.

/ 5
Grazie per aver votato!

Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.