IL RUOLO COSMICO DI CRISTO (Mancuso)
Il testo neotestamentario che inaugura questo modo di pensare [il ruolo cosmico di Cristo] si ritrova nella Prima lettera ai Corinzi dell’apostolo Paolo, uno degli scritti più antichi del NT, posteriore solo alla I Tessalonicesi e come tale databile tra il 50 e il 51. In parte l’ho già citato sopra a proposito del ruolo cosmogonico di Dio Padre, ma l’apostolo Paolo prosegue attribuendo la qualifica creatrice anche al Cristo, cosa assolutamente inedita in un clima di rigido monoteismo. Ecco il testo completo di I Corinzi 8,6:
Per noi c’è un solo Dio, il Padre,
dal quale tutto proviene e noi siamo per lui;
e un solo Signore, Gesù Cristo,
in virtù del quale esistono tutte le cose
e noi esistiamo grazie a lui.
Questo antichissimo testo del NT, precedente a tutti e quattro i vangeli e quindi alla presentazione del Gesù storico, inaugura l’idea del ruolo cosmogonico del Cristo, il cosiddetto «Cristo cosmico», espressione cara ad autori quali Teilhard de Chardin, Bede Griffiths, Raimon Panikkar, George Maloney, Matthew Fox. La fede cristiana, ancora prima di occuparsi delle vicende storiche di Gesù di Nazaret (alle quali anzi san Paolo non dedicò mai particolare attenzione), si determinò come fede nel ruolo cosmogonico del Cristo, posto accanto al ruolo di creatore assegnato tradizionalmente a Dio Padre.
Tra il Padre e il Cristo le differenze emergono grazie alle diverse preposizioni usate da san Paolo:
– del Padre si dice: ex oû tà pánta kai emeî eis autón (dal quale tutto e noi per lui);
– del Cristo si dice: diá oû tà pánta kai emeî diá autón (per mezzo del quale tutto e noi per mezzo di lui).
Quanto all’Universo (tà pánta), il Padre è sorgente (ex complemento di origine), mentre il Cristo è mediazione (diá). Quanto a noi, il Padre è fine (eis: complemento di fine), mentre il Cristo è mediazione (diá).
Il Cristo è sempre mediazione, il che significa che essere cristiani non è il fine della vita ma solo uno strumento, il fine della vita è essere conformi a Dio, essere a nostra volta una sorgente di essere in quanto bene. (da “Il principio passione”)