ANARCHIA, LA COSA PIU’ BELLA CHE CI SIA

Buon giorno popolo di spretati e spresidenziati. Non vogliamo essere più governati da nessuno, dopo 2 mesi dalle elezioni ci stiamo accorgendo che le parole di quel politico, dittatore o statista, non erano vacue:” L’Italia è ingovernabile”. Si sono create situazioni cosi assurde che sembrano quasi normali: il povero segretario del PD mendica voti per fare un governo: i ricchi grillini glieli rifiutano, poi colti da rimorsi glieli offrono con contorno di nomi per la presidenza della repubblica. A questo punto il povero segretario PD, pensa di essere stato accolto alla mensa dell’Onnipotente, e come il mendicante Lazzaro, pensa ormai di essere saziato, mentre il ricco crapulone Grillo, agogna nell’arsura dell’inferno una goccia d’acqua dal padre Abramo. Ma la vita reale spesso è più crudele delle parabole del vangelo, e il povero segretario del Pd deve scontare le sue pene fino all’ultimo sulla graticola del suo partito. Come nell’antico mito greco, all’origine dei tempi Kronos mangiava i suoi figli per paura di essere spodestato, adesso nel paese dell’incontrario va di Celentano, sono i figli che divorano i loro padri fondatori. E cosi in meno di 24 ore, in rapida successione i figli del PDS-PCI, fanno fuori prima Marini, vecchio lupo marsicano cofondatore dei Democratici, vendendone addirittura la pelle prima di farlo fuori, visto che i renziani “vil razza dominante”, lo dichiarano out durante l’assemblea, e poi fanno fuori addirittura Prodi, l’uomo che visse due volte, anzi vinse due volte il sultano, ma alla terza morì e fu sepolto. Resusciterà per giudicare i traditori, baffino D’Alema e co. A ruota segue il povero segretario che si è dimissionato e dopo l’elezione del presidente potrà raccontare ai nipotini la parabola del figliol prodigo, che dopo avere sperperato la sua fortuna di voti, è tornato a chiedere di essere accolto nella casa del padre silvio. A me dispiace solo per Rosi Bindi, personalmente simbolo vivente dell’opposizione al potere berlusconiano, la pasionaria che diventa dimissionaria non me lo aspettavo. Non per nulla alla notizia, il cantore di Arcore le ha dedicato delle canzoni nella serata per la cena di alemanno sindaco che fu. Tramonta quindi la mia preferita tra le donne per la presidenza e dopo Gino Strada non rimane che sperare in Rodotà, ma ci sarebbero ancora nomi da spendere: Caselli, Settis, Eco, Cassese, tutto purché il presidente non sia garanzia di uno solo, ma di tutti. Speriamo e soffriamo, tra una destra infame e una sinistra suicida, per il paese non è mai festa (gioacchino la greca)

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Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.