MARCO 2,18-22 Ai tempi di Gesù…Preghiera e digiuno

Dal Vangelo  secondo Marco 

In quel tempo, i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Si recarono allora da Gesù e gli dissero: «Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».
Gesù disse loro: «Possono forse digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. Ma verranno i giorni in cui sarà loro tolto lo sposo e allora digiuneranno.

Gesù non era pio e religioso, ma un uomo del suo tempo che dava alla religione e alle pratiche religiose un significato nuovo e rivoluzionario. La società giudaica ai tempi di Gesù era basata sul potere molto oppressivo della casta religiosa, che aveva nel sommo sacerdote, rappresentante di un ceto ricco e potente come i Sadducei, il suo intermediario tra gli uomini e Dio. Mentre i Farisei erano i devoti esecutori della legge mosaica, non solo scritta ma anche quella che si basava sulla tradizione orale. In questo i farisei erano rigorosi osservanti delle regole, perché la loro precisa applicazione li santificava e li avvicinava a Dio. I fondamentali princìpi a cui ci si doveva attenere erano sostanzialmente questi: l’osservanza del sabato, che equivaleva all’osservanza di tutta la legge, il precetto fondamentale per un ebreo. La preghiera, il digiuno, l’elemosina erano invece gli obblighi quotidiani. Gesù smontò pezzo per pezzo queste tradizioni. Guariva e operava nelle sinagoghe e nelle strade della Galilea e della Giudea il sabato, non onorando il precetto e per questo fu condannato a morte. Per quanto riguarda la preghiera, egli invita i suoi a pregare nel nascosto delle cantine, senza farsi vedere da altri e non moltiplicando parole come i pagani perché il padre che è nei cieli sa cosa abbiamo bisogno senza chiedere. E lui stesso prega poche volte nei vangeli, tre o quattro volte e sempre in situazioni di conflitto con i discepoli o le folle. Il digiuno questo eterno diletto delle persone mistiche e che si vogliono spiritualizzare. Mai Gesù invita a digiunare, e in questo va in contrasto pure coi discepoli di Giovanni Battista, e anzi ogni volta che ne ha l’occasione egli banchetta celebrando  come eucarestia pranzi assieme a persone considerate escluse da Dio, e sfamando folle, con la condivisione di quel che si ha e possiede messo a disposizione di tutti.  I farisei lo accusano di non esercitare quelle forme religiose di digiuno che si compiva due volte la settimana per ricordare l’ascesa e la discesa di Mosè dal Sinai. Ma lui non contempla mortificazioni materiali nella sua vita e nel suo insegnamento. Anzi considera la vita e la sua presenza in mezzo al popolo come una festa di nozze, quella che la sacra scrittura ha sempre presentato come il rapporto preferito tra Dio e Israele. le nozze. E finché lo sposo è presente ii suoi amici festeggiano. Solo quando lo sposo verrà loro tolto, digiuneranno, anticipando così la previsione del suo destino di morte. L’elemosina non è accettata da Gesù, nel vangelo si condanna apertamente chi dona ai poveri e fa suonare le trombe agli angoli delle strade per far vedere la sua generosità. Questi dice Gesù hanno già ricevuto la loro ricompensa. Per ultimo Gesù abbatte il potere dei sommi sacerdoti, dichiarandoli banditi e adoratori di mammona, ricchezza e potere, e dice che è lui il pastore unico del gregge di Dio, e unico intermediario tra gli uomini e il Padre, la via e la luce. Il tempio da li a poco sarà definitivamente distrutto nel 70 D.C. C’è ne era in abbondanza per la morte in croce, senza bisogno dell’inutile aggiunta di dire che è morto per i “nostri peccati”.

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Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.