precettati

Abbiamo già detto che per secoli non siamo stati cristiani per scelta, ma ci è stato imposto. E quando una cosa non è frutto di libera scelta, c’è bisogno di obblighi. Quando una persona non fa una scelta tutte le conseguenze sono imposte e regolamentate. Questo è il motivo per cui in passato c’erano molti obblighi. Infatti la tragedia delle nostre assemblee eucaristiche era di essere assemblee di precettati: gente che doveva partecipare perché la non partecipazione implicava un peccato talmente grave che, se quel giorno in cui non partecipavi alla Messa domenicale crepavi, andavi all’inferno per tutta l’eternità. Quelli della mia generazione ricorderanno la trattativa sulla messa: da che punto è valida e fino dove è valida. Quindi si cercava di entrare il più tardi possibile e si cerava di uscire il prima possibile con quella fuga precipitosa… Immaginate un non credente che passava davanti alla chiesa e che vedeva uscire tutta sta gente con certe espressioni… che significavano non ne posso più. Quel non credente sarebbe stato incuriosito di sapere che cosa era successo là dentro… E’ stata la tragedia del nostro cristianesimo: avere una massa enorme di precettati, di obbligati. Il Concilio Vaticano II (LG 16) dice che la salvezza è possibile in qualunque religione. Si salva anche l’ebreo, il musulmano, l’ateo… pur di rispondere ai dettami della propria coscienza. Ma allora mi sapete dire perché bisogna scegliere Gesù? Tanto tutte le religioni, più o meno, indicano le stesse realtà: ci insegnano ad amare Dio e il prossimo, ci insegnano la pratica della preghiera, ci promettono un premio o minacciano un castigo. In questo senso, più o meno tutte le religioni si equivalgono. Perché scegliere Gesù? Una volta questo quesito non si poneva: quando un bambino nasceva era già dalla nascita battezzato e quindi cattolico. Soprattutto non c’era la possibilità di confronto. Oggi i nostri bambini, fin dall’asilo, sono compagni di un musulmano, di un buddista, o di uno che non è niente… Allora c’è da chiedersi: perché scegliere Gesù? Allora la chiesa sta maturando (ne sono esempio questi incontri) un cammino per proclamare la novità portata da Gesù. Quella di Gesù non è catalogabile come Religione ma come fede, e la caratteristica esclusiva di Gesù è che lui non presenta un Dio che vuol essere servito, ma un Dio che serve; non un Dio che premia e che punisce ma un Dio che è amore. Questa è la caratteristica esclusiva di Gesù.
Quindi non si partecipa all’Eucaristia perché si è obbligati, perché in quella domenica ci vuole il timbro di frequenza, ma perché c’è il desiderio di partecipare ad un momento importantissimo, fondamentale nella vita del credente perché è il momento in cui tutto questo che abbiamo visto lo si mette in pratica. E’ il momento in cui la comunità di persone che hanno orientato la propria vita verso il bene degli altri vengono servite dal Signore nel culto. Nell’Eucaristia, non sono gli uomini che servono il Signore, ma è il Signore che serve gli uomini, comunica loro la sua stessa energia e la sua stessa forza perché poi siano capaci di un nuovo servizio. Questa è l’Eucaristia. L’Eucaristia, se vissuta veramente, è fonte crescente di gioia e di entusiasmo. Le persone si trasformano nel corso dell’Eucaristia. C’è un crescendo di gioia e di felicità. La nostra esperienza a Montefano è questa: quando si termina l’Eucaristia la gente rimane, non scappa via, perché si crea una atmosfera talmente carica e satura di felicità che è bene stare lì. Una volta per scherzo ho detto: Se volete ricominciamo da capo. Hanno risposto: sì, sì, sì. Questa è l’Eucaristia: sentirsi inondati e trasportati in un crescendo di gioia e di felicità. Allora questo contagia. La felicità non può essere imposta per legge. Per questo diciamo: Dio non ha leggi. La felicità non può essere imposta a una persona: Ti comando di essere felice. La felicità si trasmette soltanto attraverso il contagio. Solo le persone profondamente felici sono capaci di rendere felici gli altri. Quindi la partecipazione all’Eucaristia non è un obbligo, a rischio di chissà quali sanzioni, ma è un piacere, un bisogno necessario e indispensabile per la crescita dell’individuo e della comunità. ( ALBERTO MAGGI )

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Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.