Cosa insegna il vangelo

L’insegnamento del vangelo è qualcosa di molto di più di un insegnamento etico, molto più impegnativo. Al dottore della legge che gli chiede cosa deve fare per ottenere la salvezza Gesù risponde con la legge, ama Dio e il prossimo tuo. Ma il comandamento nuovo per qualità e intensità che Gesù lascia ai suoi, alla comunità dei credenti, è questo:” Vi do un comandamento nuovo, amatevi l’un l’altro come IO vi ho amato”. E in questo amore è Gesù il metro di paragone, non l’amore verso noi stessi. Gesù ci ha amati fino alla morte in croce, quindi dovremmo essere capaci di amare come lui, anche a costo di dare la vita per gli amici. Ma nessuno chiede niente di così eroico e ultimativo, solo si chiede di essere pronti a tutto quando si ama. Donare la propria vita significa anche mettersi a disposizione degli altri, nel servizio e nella condivisione. Altro che regola d’oro che lascia tutto allo status quo, l’amore agape dei cristiani deve andare ben oltre, anche a discapito della legge se si vuole il bene dell’uomo, così come la legge era trasgredita da Gesù se doveva fare il bene di qualcuno oppresso e sofferente. Gesù muore perché fedele alla sua idea di bene, quella che doveva liberare l’uomo da ogni forma di schiavitù e di oppressione. Fin dall’inizio della sua opera egli viene giudicato colpevole perché rappresenta una minaccia per il potere costituito, quello politico e quello religioso. E i sommi sacerdoti e il sinedrio cospirano per ucciderlo e giudicano conveniente che uno muoia per salvare i privilegi della casta al potere. Se non lo fanno subito è perché non trovano conveniente agire contro il parere del popolo che ne aveva fatto il messia atteso dalla tradizione giudaica, quello che doveva liberare Israele e dargli la supremazia sui pagani. Gesù non chiede ai suoi seguaci di morire per lui, ma di essere pronti a dare la vita come lui, per il bene degli altri. E se con la parola bene intendiamo anche la giustizia, possiamo ben avere presenti quanti martiri della giustizia ci sono stati anche in tempi vicini. Martiri e testimoni di quel bene che ci attira e ci avvicina a Dio.

/ 5
Grazie per aver votato!

Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.